Non perdo nemmeno se mi battono. Per una teoria anarchica del combattimento
Sarà mai possibile raccontare la scherma e una lunga esperienza come quella del maestro Antonio Di Ciolo? Forse si può tentare di farlo soltanto mostrando molti punti di osservazione e prendendo la rincorsa da lontano. Per esempio iniziando dal 1905, anno di nascita di Luciano, padre di Antonio Di Ciolo; o addirittura prendendo le mosse dal nonno, l'anarchico Dosolino. Perché, al contrario di quanto si crede, la scherma non è soltanto uno sport e non è, soprattutto, un fatto individuale. "Non perdo nemmeno se mi battono" segue l'evoluzione della scherma lungo almeno un secolo concentrandosi poi su ciò che avviene negli anni del dopoguerra, gli anni della formazione di Antonio Di Ciolo e dell'inizio del suo esperimento di successo. Ma questo non sarebbe ancora stato sufficiente. Alla voce narrante di Antonio che ci porta all'interno della sala di scherma e della sua lezione, alla declinazione del suo alfabeto schermistico, era necessario aggiungere le voci degli allievi. Così il figlio Enrico, i campioni Alessandro Puccini, Salvatore Sanzo e Simone Vanni ci prendono per mano e ci aiutano a rivivere i momenti principali di un'avventura cui vorremmo tutti partecipare: l'avventura di un felice rapporto tra maestro e allievo, di un felice rapporto tra le generazioni.
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Anno edizione:2019
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In commercio dal:1 settembre 2019
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