Notte e nebbia
Notte e nebbia, dal tedesco Nacht und Nebel. Così erano classificati i prigionieri politici all’interno dei campi di concentramento nazisti. Portavano scritte sulla schiena, come un destino, due grandi “N”. La loro morte, ci ricorda infatti Boris Pahor nella postfazione, «sarebbe stata un viaggio notturno nella nebbia, finito in fumo nei camini del forno crematorio». Erano «i più disgraziati tra i disgraziati», condannati a un’eliminazione segreta. Jean Cayrol, scrive ancora Pahor, «fu uno di questi disgraziati che riuscì a salvarsi». Nel 1946, reduce dall’esperienza concentrazionaria, compone la raccolta di poesie Poèmes de la nuit et du brouillard, che trova poi nel 1955 il suo prolungamento in forma narrativa nel testo che Cayrol scrive per il film di Alain Resnais Nuit et brouillard, non un semplice «esempio sul quale meditare», ma, come suggerisce lo stesso Cayrol, «un “dispositivo d’allerta” contro tutte le notti e tutte le nebbie». Un appello rivolto a noi tutti che «facciamo finta di credere che tutto questo appartenga a una sola epoca e a un solo paese, e non pensiamo a guardarci intorno e non sentiamo il grido senza fine».
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Anno edizione:2014
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