Di solito, per uno scrittore come Simenon che è stato anche un grande giallista, il finale a sorpresa è un elemento positivo. Qui invece dà l'idea di una imprecisa "consecutio". Dopo pagine e pagine passate a seguire il graduale mutamento della percezione di sè del protagonista, dalla egocentrica sicurezza via via alla disillusione, all'incrinatura della fiducia in sè, alla perdita di vitalità e infine di identità, in sostanza lo sprofondamento nella depressione, poco ci sta il guizzo finale di ritrovata energia, in una sorta di catarsi maligna. Comune a molto Simenon è la spiccata misoginia. Molto simenoniana anche l'atmosfera un po' fanée (il romanzo è del '60), in cui isole del vecchio rurale preguerra coesistono con il nuovo urbano. Immancabilmente di grande qualità la scrittura.
L'orsacchiotto
Ancora una volta Simenon segue, come lui solo sa fare, il percorso di un uomo alla ricerca di una verità nascosta sotto le maschere che si è imposto – di quello, insomma, che Simenon stesso chiama «l’uomo nudo».
«Simenon, con il suo scarno e chirurgico vocabolario, ci restituisce una storia che entra dentro le viscere del lettore e lo tiene incollato fino all’ultima pagina, quando la bomba ad orologeria che batte inesorabile il suo “tic-tac”, finalmente potrà esplodere, trascinandolo, in quella fatale esplosione.» - Costanza DiQuattro
Un uomo appagato, il professor Jean Chabot: ginecologo di fama, comproprietario di una clinica e responsabile della Maternità di Port-Royal, un appartamento di dodici stanze al Bois de Boulogne, una moglie, tre figli e una segretaria amante che si è assunta il compito di «evitargli ogni minima seccatura». Tra le seccature da cui lo ha sbarazzato c’è stata anche la giovanissima inserviente della clinica che lui aveva preso una notte, mentre era semiaddormentata, e che gli era parsa «qualcosa di tenero e commovente come un orsacchiotto nel letto di un bambino». Nell’apprendere che era stata licenziata, però, Chabot non aveva reagito: in fondo, con lei aveva passato solo poche ore. Né era sembrato particolarmente scosso dalla notizia che l’avevano ripescata nella Senna. E che era incinta. Eppure, nella liscia, smaltata superficie della sua sicurezza cominciano ad aprirsi delle crepe, e lui ha come l’impressione che al centro della sua vita si sia spalancato un vuoto. Per di più, da qualche settimana vede un giovane – il fidanzato del suo «orsacchiotto»? Un fratello? – lasciargli sotto il tergicristallo della macchina, senza nascondersi, quasi a sfidarlo, dei biglietti in cui gli annuncia: «Ti ucciderò». Ma lui non ha paura di morire, anzi. Gli è perfino capitato diverse volte di «sfiorare sorridendo il calcio della pistola» che teneva in un cassetto della scrivania e che da un certo momento in poi si è messo in tasca...
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Claudio 11 giugno 2025Non il miglio Simenon
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Marta 05 gennaio 2025L'uomo messo a nudo
Simenon segue il percorso di un uomo alla ricerca di una verità nascosta sotto le maschere che si è imposto. Un libro in cui ci si chiede costantemente quale sarà il passo successivo.
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cecilia 09 dicembre 2024L'orsacchiotto di Georges Simenon
Letto una prima volta, riletto in questi giorni ma questo romanzo di Simenon proprio non mi ha convinto (soprattutto nel finale, una conclusione poco verosimile). Strano perchè è difficile provare con Simenon una delusione così cocente, eppure per la prima volta è successo.
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