L’ottavo libro della serie è anche uno dei più controversi, non sarà particolarmente accattivante ma risulterà maggiormente profondo rispetto agli altri. Un’esplosione di un autobus sulla strada sconvolge un’intero quartiere, fortunatamente nessun bambino o ragazzo erano a bordo, solo l’autista. Nel frattempo Cindy trova della gente accalcata intorno ad un cadavere che nessuno sembra conoscere se non per il suo soprannome da senzatetto, Bagman Jesus, un uomo apparentemente gentile e disponibile, ma la polizia è impegnata forzatamente su un caso apparentemente impossibile da risolvere, delle misteriose morti che non si sa come avvengano nella società più “danarosa”. Per le quattro donne questa volta non sarà riservato un trattamento equo, Lindsay sarà come sempre al centro dell’attenzione e finalmente verrà messa di fronte al suo problema maggiore permettendole di sbloccarsi, allo stesso tempo la sua amicizia con Cindy viene messa a repentaglio per colpa(?) del collega. La patologa Claire verrà messa quasi completamente da parte, mentre Yuki Castellano (dalla personalità già abbastanza piatta) sarà protagonista di una storia fine a se stessa senza capo ne coda che risulta tanto frivola quanto fuori luogo. Anche lo sviluppo dei casi sarà altalenante: inizialmente risulteranno intriganti, anche se l’evento iniziale sarà messo eccessivamente nel dimenticatoio, per poi alternarsi per lunghi periodi perdendo così la fluida continuità che solitamente è presente, non mancheranno ovviamente gli incredibili colpi di scena e gli sviluppi inaspettati. Ottima la psicologia dell’assassino, degna del miglior Patterson. Però il tutto ha un grande punto di forza diversamente dagli altri libri: la velata denuncia al sistema di priorità della polizia. Forse mette paletti di confine esageratamente marcati e distinti ma fanno il loro dovere, farci riflettere su come lo status sociale può cambiare molte cose e quanto sia sbagliato tutto ciò. Inoltre il finale ci farà riflettere seriamente su ciò che definiamo “Giustizia”, probabilmente si può definire così solamente finché continuiamo a chiederci se sia effettivamente tale. Un libro consigliato a chiunque cerchi un’opera veloce, immediata e dal finale imprevedibile.
L'ottava confessione
È una mattina come tante, a San Francisco, e Cindy Thomas si sta dirigendo verso la redazione del Chronicle, quando qualcosa attira la sua attenzione. Una piccola folla di senzatetto si accalca intorno al cadavere di un uomo, reso irriconoscibile da numerosi colpi di pistola al volto. Nessuno sa dirle chi fosse realmente. I disperati che aiutava lo chiamavano Bagman Jesus, e tutti hanno una bella storia su di lui da raccontare. Ma allora chi poteva volerlo morto? Cindy chiama subito la sua amica Lindsay Boxer della Omicidi, che però ha già le sue gatte da pelare... Il jet set della città è percorso da una strana e inarrestabile scia di morte. Troppi assassini e troppo poche risposte. Alle «Donne del Club Omicidi» il compito di trovarle.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:2
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Anno edizione:2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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STEFANO ANASTASI 28 gennaio 2011
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La prima volta che leggo questo autore. Galeotta fu la striscia rossa pubblcitaria del libro che tesseva le lodi del'autore col numero di copie vendute etc. L'assassino è noto sin da subito, pochi i colpi di scena, molto romanticismo. La cosa buona è che lo si finisce rapidamente (per fortuna). E' comunque un autore che merita una seconda possibilità.
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