Francia, 1891- Francia, 2007 Passato e presente che si fondano, come fossero un unico periodo. E' un romanzo di eccezionale intensità e coinvolgimento: narrazione appassionante che si sviluppa su due piani temporali che si avvicendano dall’ inizio alla fine. I capitoli si alternano tra 1890 e 2007 con descrizioni precise dei luoghi e degli stati d'animo dei personaggi; sembra quasi di essere presenti nel libro. Trama ben strutturata e linguaggio scorrevole . Consigliatissimo
Francia, 1891 - Léonie Vernier, una ragazza di diciassette anni, e suo fratello Anatole fuggono da Parigi per rifugiarsi a Domaine de la Cade, una tenuta di famiglia a pochi chilometri da Carcassonne. Ma nei boschi che circondano la casa, Léonie scopre un antico sepolcro abbandonato. C'è qualcosa in quel luogo che la turba profondamente e Léonie decide di andare a fondo nei segreti della famiglia. Ciò che emerge pian piano è una storia terribile di mistero e di sangue, legata a un mazzo di tarocchi dotato di strani poteri. Ma anche il presente non è meno minaccioso, perché c'è qualcuno che è disposto a tutto pur di eliminare suo fratello. Francia, 2007 - Mentre svolge delle ricerche sulla vita del compositore Claude Debussy nell'apparente tranquillità della campagna ai piedi dei Pirenei, Meredith Martin incappa nelle tracce del suo passato. Sono esili, poca cosa, una fotografia ingiallita e una pagina con una melodia, ma la conducono quasi irresistibilmente a scoprire il legame con le vicende svoltesi nella stessa zona un secolo prima: la storia di un amore tragico, di una ragazza scomparsa, di un'anima inquieta, e dei tragici eventi di una notte fatale.
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Casale Monferrato, PIEMME, 2008, 8vo brossura, pp. 603. Ottime condizioni.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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GILDA BOCCOLATO 29 novembre 2017
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Ho comprato questo libro, per la mia passione per i tarocchi e il mistero, pagina dopo pagina devo dire che questo libro mi ha conquistata, abbastanza delineati i personaggi e le ambientazioni, molto suggestive e misteriose le citazioni letterarie. La storia scorre su due binari opposti, intrecciata tra passato e presente, narra le vicende di due donne, legate da un legame genealogico... Dentro si trova di tutto dall'azione, al mistero e alla storia d'amore. Lo consiglio, questo libro è adatto a tutte le categorie... Sia agli amanti dei thriller, che non...
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VALENTINA SIMONI 06 settembre 2010
Di solito, quando leggo sulla copertina di una romanzo la parola “thriller”, passo oltre. Sarà che, vuoi la sfortuna, vuoi la scarsa familiarità col genere, sono sempre incappata in mattoni pesanti dal finale prevedibile e dalla tensione narrativa pari, se non inferiore, a quella di Biancaneve e i sette nani. Diciamo che sono un po’ prevenuta, ecco. E’ stato quindi un caso che, durante una delle mie consuete gite in biblioteca, sia finito nella mia lista L’ottavo arcano. Un caso perché la scritta thriller, piccola e dorata, in controluce deve essermi sfuggita. Tuttavia, dopo averlo letto tutto d’un fiato, devo ammettere di aver avuto fortuna. Sì, perché le 639 pagine da cui è composto il romanzo scorrono che è una meraviglia. Non ho apprezzato, è vero, l’inserimento di parole di gusto arcaico e baroccheggiante che, nel complesso, tendono ad appesantire un lessico già di per sé ricercato. Nonostante questo, comunque, non si può che ammettere che Kate Mosse, l’autrice, ha una grande stoffa, se non altro per le ricerche che ha la cura di effettuare prima della stesura delle sue opere (dieci anni di ricerche hanno, infatti, preceduto la pubblicazione del suo primo romanzo, I codici del labirinto). Il che non è da tutti. La narrazione è, per così dire, spezzata a metà. La Mosse alterna capitoli ambientati alla fine dell’ Ottocento a capitoli dedicati a narrare una storia che si svolge ai giorni nostri, nel 2007. I due ambiti temporali si intrecciano. I personaggi parlano, indirettamente, gli uni con gli altri, complice anche l’ambientazione comune che vede far da sfondo alle vicende delle due protagoniste una Francia pregna di magia ed esoterismo. Lo stile è buono. Scorrevole e chiaro. Forse un po’ troppo ricercato in passaggi che, da una parte, si rivelano carichi di poesia e belle immagini letterarie, ma dall’altra rischiano di far crollare la tensione narrativa che, in un buon thriller, non può e non deve mancare. Per il resto, ad ogni modo, la Mosse è impeccabile. Rispetta strenuamente il punto di vista di ogni personaggio senza cadere in fastidiose contraddizioni, cosa ormai rara negli scrittori dei giorni nostri. L’ambientazione è molto curata. Le descrizioni sono precise e realistiche, tanto da dare la sensazione di poter vedere con i propri occhi i luoghi in cui si svolge l’azione. Anche nella caratterizzazione dei personaggi la Mosse non si smentisce. La loro psicologia è senza pecca. Sfugge, di tanto in tanto, il pensiero di Anatole, fratello di Léonie, ma penso sia più un artifizio usato dall’autrice per aumentare la tensione che una reale distrazione. Nel complesso, quindi, L’ottavo arcano è un buon romanzo e Kate Mosse, spaziando senza fatica dal thriller all’horror, è capace di far rabbrividire i suoi lettori e di far scendere ai più sensibili qualche sana lacrimuccia.
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