La pace derisa
Ispirata dalla sua storia personale e dalla storia del suo essere nel mondo nei suoi aspetti più intensi: la nascita, la vita, la morte, il destino, Maria Grazia Minotti ripensa il discorso poetico come quello dove a parlare è una voce limpida e arcaica. Superato un breve periodo di silenzio, la poetessa ritorna alla poesia con parole intime e remote, un libro che viene da lontano, frutto di un dialogo intenso con la tradizione. Dopo gli iniziali canti di evocazione familiare, questa raccolta, segnata da una profonda riflessione sul senso del tempo, si apre con la poesia “a mio padre adottivo” che porta in sé l’eco degli antichi carmina latini, dove la poetessa intende recuperare la potenza nominante delle parole, dentro uno spazio rigoroso, secondo una precisa misura: «Era un burbero benefico, che ho amato come padre». L’autrice è ormai distante dalle esperienze poetiche di inizio, la parola da innamorata è diventata remota, custode del tempo, capace di riportare in superficie qualcosa di nascosto che è in noi, non tratta più di suggestioni rapinose.
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Anno edizione:2024
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