Paelex. Note sulle unioni coniugali in Roma arcaica
La 'paelex' rimane misteriosa, specie nelle fonti antiquarie che tendono a parificarla ad una concubina, mentre le fonti letterarie ne fanno un'amante e una donna perduta. Ma se si considerano altre fonti ne emerge che la 'paelex' in origine non costituiva un concetto negativo, e che essa non era nient'altro che la fanciulla convivente more uxorio con un uomo in attesa che l'anno di usus acquisitivo la trasformasse in moglie sottoposta alla manus del marito. Fu la riforma decemvirale del sistema matrimoniale romano ad aprire la strada alla degenerazione semantica del termine 'paelex': ma ciò non impedì che il significato originario si conservasse. Tale ricerca sulla 'paelex' ha altresì condotto a rivedere i cardini del sistema matrimoniale romano e a ritenere che, se esistevano le nuptiae, il matrimonio nel senso di «sposalizio» sul piano dello ius Quiritium non esisteva affatto, ed i nubendi si ritrovavano ad essere legittimi sposi sul piano del diritto civile semplicemente quale conseguenza automatica della conventio in manum. Prospettiva che sembra aprire la via ad una profonda riconsiderazione della struttura delle unioni coniugali conosciute nella Roma arcaica.
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Anno edizione:2023
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In commercio dal:12 gennaio 2023
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