L'ultimo romanzo di Aldo Penna si legge d'un fiato, ti avvince fin dalle prime pagine e non riesci a staccartene. Il fascino segreto di palazzi e antiche ville, quel tocco di mistero tra camminamenti sotterranei e macabri rituali di antiche civiltà, l’indagine articolata e puntuale, sempre sul filo della tensione (anche introspettiva) con bagliori e intuizioni che ne illuminano il senso al momento giusto, la variegata folla di personaggi il cui ruolo si definisce per pennellate successive nel dipanarsi dell’intricata vicenda, un inedito Gaetano Flores preso da insolite inquietudini e tenerezze (crisi di mezza età?): tutti aspetti che rendono il libro estremamente vario e godibile. Per non parlare del sapiente uso dell’entrelacement: l’Autore è un vero mago! Mi resta soltanto una curiosità inappagata: dov’è finita Carmen Monteneri? La sua presenza, così ricorrente ne “Il silenzio imperfetto”, aleggia tra le pagine fino a quel tentativo di chiamata sul cellulare di Flores; confido in un suo rientro da co-protagonista, perciò non mi resta che attendere il seguito con (im)pazienza. P.S.: il dott. Di Jemma comincia a calamitare la mia simpatia: i suoi gusti musicali sono decisamente ok!
