La parola magica

Dio è alle prese con un dilemma: estinguere o non estinguere l'intera razza umana. Per risolverlo, si affida a un consulente, Leonard, il migliore. Tutto già straordinariamente sovversivo del nostro immaginario collettivo, se non fosse che, per giunta, Dio è una arzilla vecchietta, Lisa, ardita nei costumi e nelle abitudini, estremamente verace, anche nelle espressioni verbali. Il genere umano ha profondamente tradito le aspettative che lei aveva generosamente riposto, in una spirale di downgrade, che parte dalla grandiosità intellettuale del Da Vinci ed esita nella TV trash, seguita e venerata da autonomi, che si fanno rimpinzare di cibo spazzatura e sono scelleratamente conniventi con l'infiacchimento globale del mondo. A fare da contraltare, in questo sapiente gioco di specchi con il pensiero comune, c'è Lucifer, sempre azzimato, in completi dall'impeccabile taglio italiano, forbito e seducente, che non è il gerarca degli Inferi, ma colui che aiuta coloro che hanno fallito, in autonomia, a riscoprire la luce interiore; preoccupatissimo dalla possibile decisione di uno sterminio di massa, per l'overbooking che si troverebbe a dover gestire, al punto da adulare lo stesso consulente, per renderlo meno imparziale di quanto dovrebbe. Ci sono anche gli arcangeli e gli angeli, vichinghi, i primi, bellezze serafiche, le seconde. E, poi, c'è Evelin, l'angelo sterminatore, con la sua bellezza asfissiante e la sua procacità, verbale e non. Incasellati in questa storia che stravolge le comuni rappresentazioni ci sono i suggerimenti malcelati di Leonard (alter ego dell'Autore) per il suo assistente e per sua figlia (ambedue alter ego dei lettori), che depongono tutti, variamente, in un senso. Delle volte, siamo spinti a cercare fuori quello che, per converso, è dentro di noi; si tratti del consenso, dell'approvazione, del disagio, dell'insofferenza, della stabilità. Lavorare su se stessi è il segreto; anzi, la parola magica.

Libro molto scorrevole, nonostante alcuni temi trattati siano di un certo spessore. Usare una "storia" per spiegare e raccontare alcuni concetti abbastanza complessi lo trovo un modo molto semplice e pratico per capire la potenza del linguaggio e trovare degli spunti per iniziare un percorso individuale di crescita.

il libro e molto carino, scritto in modo scorrevole, si legge in pochi giorni. fa riflettere su come l'uso "corretto" delle parole possa diventare una potente arma di persuasione. consiglio come lettura leggera.