Mi è piaciuta la storia e così i personaggi femminili, la loro mancanza di grazia, ciascuna a modo suo, le loro imperfezioni. È un libro molto particolare. Tuttavia c'è qualcosa nello stile e nelle ripetizioni che mi ha reso fastidiosa la lettura: quante volte ci viene detto che Claire rema contro alla sorella sostenendo che il sale sia tossico? Quante volte che Chet il pescatore è l'unico a continuare a comprarlo? Spesso le informazioni (specialmente quelle ripetute) avrebbero bisogno di essere presentate in maniera diversa, visto che sono riportate dalle diverse voci narranti, e invece si rimane spesso su un registro unico che dà la sensazione del fango della salina, come se i personaggi non riuscissero a emergere. Al contrario, a volte da un paragrafo all'altro le intenzioni e le percezioni dei personaggi sono quasi opposte, sino ad apparire incoerenti. Forse è un effetto voluto, una resa letteraria del sale non raffinato venduto dalle donne della famiglia Gilly, tuttavia lascia uno strano retrogusto. È davvero come il sale: serve a esaltare il gusto di ogni cosa, ma in quantità eccessive copre ed amplifica tutto fino a trasformare un buon sapore in una cacofonia eccessiva in bocca.
