Ho deciso di leggere "Le perfezioni" di Vincenzo Latronico anche sulla base di una veloce raccomandazione entusiasta di Claudia Durastanti (a una presentazione de "La straniera"). Dopo averlo letto comprendo l'entusiamo e il piccolo hype all'uscita di questo piccolo romanzo, che è ineccepibile dal punto di vista formale, ma noioso, davvero noioso. Se questa è la letteratura contemporanea, possiamo dire che la letteratura va progressivamente perdendo la sua funzione più importante (a mio modestissimo avviso), quella di raccontare una storia. "Le perfezioni" non racconta nulla, a dire il vero non dice nulla. La sensazione (da expat quale sono) è che si limiti a mettere in fila eventi molto comuni nella vita degli "esiliati" più o meno volontari che rappresentano la stragrande maggioranza dei "cervelli" emigrati all'estero (verso mete spesso e/o necessariamente cool). Il vuoto che si sforza di rappresentare diventa vuoto a sua volta (l'ultimissima frase del libro lo rappresenta appieno).
