Poesie. Testo originale a fronte
Lungi dall’essere un verseggiatore popolare o un cantastorie naïf, Porta si inserisce in una tradizione letteraria ben viva nella capitale lombarda che vantava fra i precedenti più autorevoli quelli di Carlo Maria Maggi e di Domenico Balestrieri, ma nella sua opera il dialetto si fa più duttile, più ricco di invenzioni espressive e di registri, dal plebeo all’aristocratico, acquisendo piena dignità poetica.
Porta ha il coraggio dell’originalità: attraverso un potente lavoro di scavo nella realtà, porta alla ribalta il mondo popolare costruendo storie colorite e insieme sofferte di antieroi umiliati e offesi (Giovannin Bongee, la Ninetta del Verzee, il Marchionn di gamb avert). Erede dell’illuminismo lombardo, esponente della borghesia liberale, aperto ai primi fermenti romantici, Porta prende di mira il clero e la nobiltà, i ceti che dalla Restaurazione miravano a trarre i maggiori vantaggi, con una indignazione morale e sociale senza pari nella letteratura dell’epoca: denuncia la miseria della povera gente, la tracotanza dei nobili retrivi e ignoranti, il bigottismo e lo spirito reazionario del mondo clericale.
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Anno edizione:2025
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