Il posto dove dovrei morire
Un romanzo sulla memoria distorta, le rovine dell'impero e la voce di chi torna da terre mai del tutto abbandonate. Quali sogni (o incubi) celava il grande scatolone di sabbia? E cosa rimane dell'imperialismo straccione che nei propositi dei nazionalisti avrebbe dovuto riscattare la patria e arginare la grande emigrazione? Attraverso la saga delle famiglie Perez e Scarpelli, falegnami e imprenditori italiani attivi per mezzo secolo in Libia, "Il posto dove dovrei morire" rilegge la parabola coloniale italiana con uno sguardo critico, feroce e straniante. Sullo sfondo, le tappe che portarono dalla repressione a Sciara Sciat al pogrom del 1945, fino all'ascesa di Nasser e dei movimenti panarabi. E sul fronte domestico, l'approdo nel Nord Italia, l'oblio, i segreti familiari e una patria di plastica fatta di paleo-televisione e boom economico. Con un linguaggio iperbolico, onirico e spesso inaffidabile, la voce narrante trasforma la ricostruzione storica in viaggio allucinato nella memoria e nelle sue falsificazioni.
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Anno edizione:2026
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