Si spengono le luci

Un'ottima prova di scrittore, ricco di uno humour sferzante e intelligente che fa da contraltare alla triste piega che prende il matrimonio dei due protagonisti. Un affresco veritiero e fedele della New York degli anni '80, con personaggi sopra le righe, a volte eccessivi e perciò straordinari.Godibilissimo, da leggere assolutamente. Anna, Torino.

Nella continuazione ideale di “Le mille luci di New York” Jay McInerney dimostra di non essere etichettabile semplicemente come un minimalista. Lo stile più prolisso rimane a tratti quello folgorante, conciso e caustico del suo esordio, e, a differenza degli zombie ambulanti dell'amico e collega Bret Easton Ellis, i personaggi di McInerney possiedono in fondo un cuore e un'anima pronti ad abbracciare qualcosa di più puro, ma incapaci di farlo, distratti dalle troppe attrazioni ed eccessi della città. New York è nel pieno del boom economico della seconda metà degli anni '80 tra party ultramodaioli, alcol, droga e rock'n'roll, quando l'editore Russell Calloway e la moglie Corrine Makepeace entrano a far parte di una cerchia esclusiva. La crisi di Wall Street, l'arrivismo, la disillusione e la voglia di maternità metteranno in crisi il loro matrimonio. Ottima prova dell'allievo di Carver, in conclusione forse più dolorosa e senza vie d'uscita di quello che sembri.