Il mio magico pentolone delle meraviglie

Nelle giornate senza idee, con le amiche, o in classe, durante le lezioni, ai tempi di Noè (quando la sottoscritta era alle elementari) si faceva passare un foglietto bianco e in cinque-sei si giocava a costruire storie assurde. Lui - con chi o cosa - dove sono - cosa fanno - poi come finisce - cosa dice la gente. Pizzini che venivano ripiegati più volte in modo che chi doveva continuare la storia non leggesse la parte prima: se non era una sorpresa la storia finale non c'era divertimento. Erano storielle che facevano sempre ridere, un gioco che non si voleva interrompere. Ora Giralangolo lo ripropone in versione elegante, bella: girando le alette di ventun incipit diversi si creano una quantità esagerata di combinazioni divertenti. Qui si parte da Una volta ho visto - dove - chi o cosa - cosa facevano - a chi. Storie molto carine. Tre volte ho visto - in una gelida tormenta - due rospi bugiardi - che sparavano per aria - i miei segreti più belli. Al termine del libro ci sono delle alette bianche su cui scrivere le proprie invenzioni, ma anche sul retro delle alette già scritte c'è posto. Un gioco senza fine. Per bambini che sappiano già leggere.