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La portata emotiva di questo libro è sorprendente. L'ho iniziato senza troppe aspettative e invece mi sono ritrovata catapultata in un universo sconvolgente. Protagonista della storia è Max, che, ancora nella pancia della madre già possiede una coscienza politica. Esso è, infatti, il risultato di un progetto eugenetico nazista realmente esistito. Nel corso della narrazione assistiamo alla crescita di Max e alla cadute progressiva delle sue certezze. Un libro strepitoso che non può lasciare indifferenti se si pensa che è basato su fatti realmente accaduti. Mi ha lasciata senza parole.
Scrivere la recensione di questo libro si è rivelato più difficoltoso di ciò che pensassi. Soprattutto perché è un romanzo che alla fine ti lascia molti sentimenti contrastanti, elemento che non aiuta. Intanto, il libro narra di un bambino di nome Max nato sotto il progetto Lebensborn, un piano organizzato dalla Germania nazista per creare degli ariani perfetti. Quindi il lettore si troverà a seguire, passo dopo passo: la crescita, la formazione e le ideologie del protagonista. Tutte narrate in prima persona, ovvero dal bambino stesso. L'idea di fondo è buona, anche se ho trovato un po' forzati e' fastidiosi i primi mesi di Max, in cui ci parla già prima di nascere, raccontandoci: il parto e i primi giorni e mesi di vita, tutto ciò ornato da una narrazione al presente e non al passato come se già avesse una sua coscienza e intelligenza, con una formazione già assimilata dell'ambiente in cui sta per nascere e come se già sapesse il motivo per cui viene al mondo... quindi una situazione impossibile!! La parte iniziale risulta poco credibile, o meglio viene forzata e portata all'estremo, a cui viene data voce come se fosse un adulto (e a me questo non è piaciuto). Mentre invece ho trovato molto interessanti le influenze che l'ambiente, le persone e le esperienze hanno sulla mente e sull'animo di un bambino. È un libro che racconta una parte di storia poco conosciuta e poco raccontata, ma che mostra anche quanto sia importante quello che si vede, si vive e si sente soprattutto nella fase infantile, perché questo lo plasma e lo rende ciò che é.
Max non è la solita storia che cerca di raccontarti la seconda guerra mondiale, Max è un bambino, si, ma è nazista. E non un nazista qualunque ma un bambino concepito da un progetto del Fuhrer in persona per ottenere il perfetto ariano, una macchina da guerra, senza sentimenti se non quelli violenti. Max vive per il suo Hitler, e fidatevi che è una visione della guerra che volete leggere.
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