Prospettive artistico-visuali, tra luoghi concreti e territori immaginari
Nell’indicare l’estrema vicinanza di un dato ente a un altro, la prossimità non può che implicare una certa distanza, seppure minima, che impedisce che i termini del confronto si annullino l’uno nell’altro perdendo la propria identità. È proprio questo interstizio, prossimo eppure distante, a essere fondamentale nel processo conoscitivo, in quanto capace di salvaguardare la “giusta distanza” che evita che tale spazio relazionale svanisca nell’oggetto da studiare, confondendosi con esso e piegando le categorie critiche e interpretative a sistemi di pensiero superficiali e annebbiati. Il presente volume raccoglie i contributi afferenti alle discipline artistico-visuali, la cui eterogeneità permette di osservare la prossimità e la distanza come categorie concettuali estremamente duttili, spaziando dalla storia e dalla critica dell’arte agli studi sul territorio, approdando infine al cinema: dai giudizi estetici di Vasari e Boschini alle opere di Germano Olivotto, dalla Galleria Farnese alle azioni di ricerca che hanno interessato Stifone, le Gole di Nera e Sermoneta, da Giovanni Battista Nolli a Dario Argento.
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Anno edizione:2024
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