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Questa storia - Alessandro Baricco - copertina
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Questa storia

Descrizione


Ultimo Parri è un ragazzino che diventa vecchio cercando di mettere in ordine il mondo. Ha cinque anni quando vede la prima automobile, diciannove il giorno di Caporetto, venticinque quando incontra l'amore della sua vita, e molti di più la sera che muore, in un posto lontano. "Questa storia" è la sua storia. Dall'autore di "Oceano mare", "Seta", "Novecento" e molti altri.
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Dettagli

2014
Tascabile
1 febbraio 2014
288 p., Brossura
9788807884238
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Indice


Le prime frasi del romanzo

Tiepida la notte di maggio a Parigi, mille novecento tre.
Dalle loro case, centomila parigini lasciarono a metà la notte, scolando in massa verso le stazioni Saint-Lazare e Montparnasse, stazioni ferroviarie.
Alcuni neanche andarono a dormire, altri puntarono la sveglia a un'ora assurda per poi scivolare via dal letto, lavarsi senza far rumore e sbattere nelle cose, cercando la giacca. In alcuni casi erano intere famiglie a venir via, ma per lo più furono singoli individui a intraprendere il viaggio, spesso contro ogni logica o buon senso. Le mogli, nel letto, poi, stiravano le gambe dalla parte adesso vuota. I genitori scambiavano due parole, dedotte dalla discussione del giorno prima, dei giorni prima, delle settimane prima. Erano incentrate sull'indipendenza dei figli. Il padre si alzava sul cuscino e guardava l'ora. Le due. Era un rumore molto strano perché centomila persone alle due di notte sono come un torrente che corre in un letto di nulla, spariti i sassi, muto il greto. Solo acqua contro acqua. Così le loro voci correvano tra saracinesche chiuse, strade vuote e oggetti fermi. In centomila presero d'assalto le stazioni Saint-Lazare e Montparnasse, perché temevano di non trovare più posto sulle vetture per Versailles. Ma alla fine tutti trovarono posto sulle vetture per Versailles. Il treno partì alle due e tredici. Corre, il treno per Versailles.

Nei giardini del re, a pascolare nella notte, provvisoriamente miti, sotto le carcasse di ferro, intorno al cuore di pistoni, li aspettavano 224 AUTOMOBILI, ferme sull'erba, in un vago odore di olio e di gloria. Erano lì per correre la grande corsa, da Parigi a Madrid, giù per l'Europa, dalla nebbia al sole.
Lasciami andare a vedere il sogno, la velocità, il miracolo, non fermarmi con uno sguardo triste, questa notte lasciami vivere laggiù sull'orlo del mondo, solo questa notte, poi tornerò Ai giardini di Versailles, madame, parte la corsa dei sogni, madame, Panhard-Levassor, 70 cavalli, 4 cilindri fatti di acciaio forato, come i cannoni, madame Potevano arrivare, le AUTOMOBILI, ai 140 chilometri orari, strappati a strade di terra e buche, contro ogni logica e buon senso, in un tempo in cui i treni, sulla scintillante sicurezza dei binari, arrivavano con fatica ai 120. Tanto che ai tempi erano sicuri - sicuri - che più veloci non si potesse andare, umanamente parlando: quello era il confine ultimo, e quello era l'orlo del mondo. Questo spiega come sia stato possibile che centomila persone siano sbucate fuori dalla stazione di Versailles, alle tre del mattino, nella tiepida notte di maggio, lasciami andare a vivere laggiù, sull'orlo del mondo, solo questa notte, ti prego, poi tornerò.
Se una sola risaliva la strada di campagna, correvano a perdifiato in mezzo al grano per andare a incrociare quella nube di polvere, e dai retrobottega come bambini correvano a vederne passare una davanti alla chiesa, facendo sì con la testa. Ma 224 tutte insieme, questa era meraviglia pura. Le più veloci, le più pesanti, le più famose. Erano regine - l'AUTOMOBILE era regina, perché come serva non era ancora stata pensata, lei era nata regina, e la gara era il suo trono, la sua corona, non esistevano automobili, ancora, esistevano REGINE, vieni a vederle a Versailles, in questa notte tiepida di maggio, Parigi mille novecento tre.

Per partire aspettarono l'alba. Poi, con ordine, presero la strada per Madrid. Il regolamento prescriveva che partissero a un minuto l'una dall'altra. Il percorso era stato disegnato su tre tappe: la somma dei tempi avrebbe determinato il vincitore.
C'erano anche delle moto: ma non era la stessa cosa.

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 2/5

Avevo già letto Novecento di Baricco. Una scoperta, come la forza delle parole, la loro forma, possano rendere magico e fantastico il mondo della scrittura! Caratteristiche di questo romanzo: Musicalità, Dinamicità, sapere trattare il tema della velocità, del mondo automobilistico, ma soprattutto avermi saputo tenere incollata e soprattutto con la continua e crescente curiosità!Rettilinei, curve, salite, discese, il ritmo cresce e si intensifica al ritmo di esse. Un climax che rinvigorisce ogni volta. UNA SIMPATICA E GRADEVOLISSIMA IRONIA TALORA ELEGANTE MA ANCHE GROTTESCA! I personaggi sono Libero Parri e Florence, i genitori del protagonista Ultimo. Quest’Ultimo (gioco di parole), è un personaggio molto esilarante, che apprezzi, ti fa sorridere. Un genio che vuole costruire strade, con il semplice ”scopo di far correre macchine da corsa, per correre a velocità sostenuta, rettilinei, fu il periodo della Mille Miglia, delle corse su strade urbane, dove la gente era viva, focosa, sportiva, si animava e si divertiva per assistere ad un’ evento sportivo per eccellenza. Un altro tassello molto interessante, la grande destrezza nel descrivere la guerra di Caporetto.Descritta come un fuoco che che brucia, divampa.Elementi che ho potuto riscontrare sono: Fratellanza, Metamorfosi, Unione.Si assiste ad una trasformazione, un dilaniamento, che trascende nell’alienazione!Ultimo, ad un dato punto si è infatti spento. E’ divenuto un moccolo di una candela ormai spenta, percorrendo una strada, gli si è riacceso qualcosa dentro! Un altro elemento insolito è che l’autore cambia la posizione di parole, aggettivi, sostantivi accrescitivi. In circa dieci righe, ti sa dare formulazioni sempre diverse.Una grande abilità linguistica che ho molto apprezzato.Ho preferito soffermarmi sullo stile e contenuto. Mi interessano moltissimo. Come la scrittura e l’abilità narrativa sappiano raggiungere cime sempre più alte e sopraffine!

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Recensioni: 3/5

Un bel libro, una bella storia ma sono convinta che devo abituarmi al modo di fare narrativa di Baricco. La sua presenza è costante nell'opera e delle volte risulta quasi ingombrante. Lui è lì che ti fa l'occhiolino dietro ad una frase particolarmente ammiccante e questo ogni tanto mi pesa, sembra che non posso leggere in pace! Però devo dire che ho sperimentato una prosa a cui non sono abituata e continuerò a leggere Baricco.

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silvia carcassi
Recensioni: 5/5

Il racconto è già dalle prime righe in grado di affascinare il lettore e di tenerlo legato alle sue parole sino alla fine. Un'inizio insolito, una famosa gara automobilistica, la prima, all'inizio del 1900. Il clima surreale delle prime pagine prosegue in tutto il libro, si delineano personaggi forti che portano avanti il racconto stregando in qualche modo il lettore. A tratti si ha la percezione di essere finiti dentro una favola. Mi ha ricordato le storie del realismo magico di Zafon, allo stesso modo ci si immerge dentro la storia amando i suoi personaggi e avendo a cuore la loro sorte. Lo consiglio, tra l'altro il modo di scrivere di Baricco è così suggestivo che non potrete non amarlo. Imperdibile.

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Recensioni

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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Conosci l'autore

Alessandro Baricco

1958, Torino

Alessandro Baricco è uno scrittore, sceneggiatore, critico musicale e conduttore radiofonico e televisivo italiano. Si laurea in Filosofia a Torino con una tesi in Estetica e studia contemporaneamente al Conservatorio dove si diploma in pianoforte. L’amore per la musica e per la letteratura ispireranno sin dagli inizi la sua attività di saggista e narratore.Come saggista esordisce con Il genio in fuga. Due saggi sul teatro musicale di Gioacchino Rossini (Il Melangolo, 1988; Einaudi, 1997). Castelli di rabbia (Rizzoli, 1991; Universale Economica Feltrinelli, 2007), suo primo romanzo, Premio Selezione Campiello e Prix Médicis Etranger, è un’autentica rivelazione nel panorama della letteratura italiana e ottiene il consenso della critica e del pubblico....

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