Ragazze morte è un’opera necessaria e dolorosa che affronta con lucidità il tema del femminicidio in Argentina. Non è solo una denuncia, ma una cronaca narrativa che intreccia testimonianza e letteratura. Attraverso i casi di María Luisa Quevedo, Sarita Mundín e Andrea Danne, Almada ci riporta all’Argentina degli anni ’80, in aree periferiche segnate da povertà e condizioni di vita estreme. In questo contesto si consumano le vite di ragazze vittime non solo dei loro assassini, ma di un sistema sociale e culturale che normalizza la violenza. L’autrice non si limita a raccontare i fatti, ma costruisce un mosaico inquieto e profondo. Lo stile è frammentario ma incisivo, capace di evocare emozioni senza cedere al pietismo. Indaga non solo sulle vittime, ma anche sulla mentalità maschile: padri, fratelli, fidanzati, spesso inconsapevoli portatori di un patriarcato interiorizzato. Le ragazze morte diventano così simboli universali: non casi isolati, ma vittime di una società intera. Almada denuncia l’assenza di giustizia, la complicità collettiva, l’omertà che protegge chi perpetua la violenza. Personalmente ho trovato il libro coinvolgente e necessario. Non si limita a raccontare, ma invita a riflettere, a cercare risposte, a confrontarsi con l’ingiustizia. Unico limite, forse, l’assenza di una sezione finale più oggettiva: una sintesi cronologica dei casi avrebbe aiutato il lettore ad orientarsi meglio. Ma è una scelta coerente con l’impostazione narrativa: il libro non vuole offrire risposte, ma scuotere coscienze. Una lettura essenziale per comprendere non solo l’Argentina degli anni ’80, ma anche le dinamiche di violenza e silenzio che ancora oggi ci riguardano.
Ragazze morte
Almada costruisce una cronaca di potenza inaudita, gettando luce, catturando l’invisibile e illuminando una nuova strada nella narrativa giornalistica, in un viaggio allucinante nell’inferno del femminicidio.
«Almada non si risparmia nella prosa: detta il ritmo attraverso l'angoscia dell'attesa e dell'incertezza. Vuole sapere come il mondo osserva quelle ragazze e usa fonti preziose: archivi, testimoni, quotidiani. Non c'è traccia di retorica in Ragazze morte e nemmeno di stupore perché i femminicidi, nella nostra società, sono ancora un evento ordinario.» - Virginia Nesi, La Lettura
Attraverso le storie di María Luisa Quevedo, Sarita Mundín e Andrea Danne, Selva Almada si immerge nel problema della violenza di genere con un romanzo testimoniale – nello stile di A sangue freddo di Truman Capote o Hiroshima di John Hersey –, per dare attenzione alla catastrofe attuale che sono i femminicidi. Lontano dalla cronaca poliziesca, questa è una storia intima, una sorta di negativo dell’autobiografia di una giovane donna che guarda altre donne giovani, in una società in cui la misoginia e la violenza sono ancora una questione quotidiana.
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Anno edizione:2025
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Pagine_e_inchiostro 12 giugno 2025Ragazze morte
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