E' la seconda volta che apro questo libro. La prima è andata male: un capitolo, forse uno e mezzo e lo richiusi. Troppo difficile ho pensato il dialetto romano, nessun effetto speciale, le storie di ragazzi che si intrecciavano così, senza soluzione di continuità. Lo riapro qualche anno più tardi - 6, forse 7 - e trovo al contrario stupefacente tutto quello che prima consideravo una noia mortale. Il realismo più sfrenato degli ultimi, di coloro che non rientrano manco nella scala sociale. Le storie di questi Ragazzi e le loro cornici ambientali che Pasolini con la sua fantastica descrizione "schizzata" ti fa immaginare in un bianco e nero sporco e sudato ti riportano a quella vita di stenti ma soprattutto a quell'estrema umanità che solo i disprezzati sono capaci di offrire. Perchè non colsi subito il significato di questo libro allora? Questione di età, questione di interessi e di intellettualità matura probabilmente, ho pensato in un primo momento. Riflettendoci meglio penso più che altro che sia una risposta alla pochezza e alla debolezza del quotidianità del mondo iper-tecnologico. Il ritorno alle zozzerie, ai sobborghi (romani, in questo caso), alle taverne di legno, ai pantaloni impolverati delle periferie sono la risposta a questo mondo di televisioni scialbe e rapporti virtuali. Questa credo sia la chiave corretta per leggere Ragazzi di vita alle soglie del 2010. Pasolini lo scrisse cinquantacinque anni fa, terribilmente vero allora, terribilmente crudo oggi. Straziantemente romantico.
Il romanzo, che valse a Pasolini un processo per pornografia e il ruolo di provocatore della società perbenista, racconta la giornata di un gruppo di giovanissimi sottoproletari romani. Mossi da esigenze primordiali (la fame, la paura, la ricerca di solidarietà), i "ragazzi di vita" sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di molteplici incontri, di eventi comici, tragici, grotteschi. I giovani alternano una violenza gratuita a una generosità patetica, compiendo una sorta di rito iniziatico in una Roma contradditoria. Il romanzo viene ripubblicato in occasione dei 30 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini.
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Anno edizione:2005
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DANIELE CARPI 13 dicembre 2010
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