Ho trovato questo libro molto particolare e scorrevole. Mi piace molto lo stile della narrazione e il dinamismo della storia. Si tratta di una storia del popolo, di una storia raccontata da un nonno sulla propria casa in un valle al momento tranquilla, ma che tempo prima ha conosciuto vicende che sono rimaste impresse nella mente dei contadini, ma che rimango impresse anche nella mente del lettore dopo aver terminato la lettura. Storia che incute terrore, ma allo stesso tempo spinge chi la legge a proseguire pagina per pagine spinto dalla curiosità. Lo consiglio vivamente, poiché si tratta di un bel libro molto semplice e interessante.
Il ragno nero
Nel corso della sua attività di scrittore Jeremias Gotthelf non si allontanò mai dal paese di Lützelflüh, vicino a Berna. E le sue storie si svolgono spesso fra anguste e selvatiche valli della Svizzera tedesca, senza che lo sguardo si spinga oltre. Eppure, pochi narratori moderni hanno un respiro epico paragonabile, per vastità e vigore, a quello di Gotthelf. Fra i suoi racconti «Il ragno nero» spicca come il più conosciuto e celebrato – e sono in molti a considerarlo uno dei più belli che mai siano stati scritti. Tale è la forza delle sue immagini che Canetti ebbe a dire: «Lessi “Il ragno nero” e mi sentii perseguitato, come se quel ragno si fosse annidato nel mio viso». Un punto è evidente: nel «Ragno nero», che si apre come una storia di battesimi di paese, l’inconscio esige per la prima volta il ruolo di protagonista e appare alla luce gettando nel panico chi lo percepisce. E il terrore che si genera è tanto più intenso in quanto non si configura all’interno di una cornice che presenta tutti i connotati del fantastico, ma al contrario interviene e agisce nell’ambito di un mondo quieto, ordinato, solerte, sullo sfondo di una natura che sembra ignara del male.
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Marco Bertagna 05 maggio 2016
Come già detto, si tratta di una storia che prende l'abbrivio da un battesimo tra le montagne della Svizzera tedesca. Ma nel luminoso presente si cela ancora un terribile segreto che affonda le sue radici in antichi soprusi subiti dal signorotto del castello e in uno scellerato patto dalle conseguenze tremende per la tranquilla cittadina. Scrittura convincente e coinvolgente, anche se alcuni passaggi paiono forse poco strutturati, quasi semplici. Nel complesso però la storia attrae e riesce a trasmettere le sensazioni che si proponeva.
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Rosalba Raineri 31 dicembre 2011
Un racconto fantastico, ambientato nelle valli della Svizzera tedesca. Il racconto si apre con una storia di battesimi di paese. Presto nella piccola società dove regna la quiete e la tranquillità, si insinua il "male". Come allontaneranno gli abitanti della piccola comunità il ragno nero che semina terrore?
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