Rappresentare. Questioni di antropologia, cinema e narrativa
Che tipo di attività è il "rappresentare"? Ininterrottamente, rappresentiamo mondi e fantasie, in modi complessi o addirittura densi e contorti: una rappresentazione non è mai lineare, neutra o solo descrittiva. Un'immagine o una narrazione non trasmettono mai le stesse sensazioni, inducono piuttosto effetti percettivi differenziati da individuo a individuo. Col nostro "rappresentare", in sostanza, cerchiamo di capire le traiettorie e le immaginazioni altrui e di riprodurle con disinvoltura con sensibilità e prudenza, a volte con timore. Il "rappresentare" che altri fanno, nel contempo, ci rende perplessi o ci affascina con l'intreccio d'immagini e figure, concetti, teorie e scritture. Ci sentiamo talora smarriti o irritati davanti a scenari brutali, a errori, a falsi, a prospettive sbagliate e reagiamo per mettere al riparo le nostre concezioni o contrattaccare. Tutto questo significa che quando cerchiamo di sondare e visualizzare vicende, ambienti, soggetti, le rappresentazioni che produciamo e di cui ci alimentiamo non diventano occasioni di pura riflessione.
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Anno edizione:2012
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