Romanzo scorrevole e piacevole che si legge bene, tuttavia l’ho trovato poco appassionante. Le caratterizzazioni sono interessanti in un contesto che mi è parso posato, quieto, quasi a non voler scuotere il lettore da un'atmosfera di Fantasy classica; anche se non in modo marcato, le ‘figure’ messe in scena appartengono tutte all’immaginario degli stereotipi. A raffreddare la mia lettura è stata la sensazione di una storia con lo sguardo, se non buonista, almeno 'cordiale', cioè raccontata con una predisposizione al 'chiaro' rispetto ai colori che possono comporre lo spettro umano. È come se l'autore avesse scelto di svelarci la sua storia dalla finestra di una torre della corte — quindi con abito elegante — piuttosto che tra i 'campi' dell'orizzonte, dove le mani si sporcano per davvero. Ripeto, il romanzo è piacevole e in un paio d'occasioni si respira la presenza del 'male', ma senza la volontà di rappresentarlo vivo questo 'male', quasi col timore di rendere crudo ciò che crudo deve essere. È mancata la drammaticità. Proseguo con i successivi romanzi della saga perché li ho già comprati, altrimenti sarei passato ad altri autori.
