Riconoscersi è una lunga pausa caffè

Questa raccolta poetica nasce dopo una lunga e sofferta parentesi di vita durante la quale scrivere e raccontarsi ha rappresentato una terapia che ha funzionato dopo un malessere interiore diagnosticato nel tempo, spesse volte inghiottito nel vortice dell’indifferenza e accomodato in quella capacità diffusa di sotterrare le nostre paure e nasconderle sotto il tappeto. La cosa sorprendente della vita è il prezzo che presenta a ciascuno di noi dopo estenuanti tentativi, fallimentari, di rimandare costantemente l’appuntamento con noi stessi, quelli veri, quelli che si guardano allo specchio e non si riconoscono più, quelli che si ritrovano come in una sala operatoria, sul gelido lettino con il puntatore di luce in faccia ad annaspare, a chiedere aiuto perché sono stati messi all’angolo, e quell’operazione non puoi rimandarla più. Avevo voglia, con questa raccolta, di denunciarmi e di liberarmi, di passare in rassegna, come fotogrammi, tutti quei ricordi esasperanti e giusti, che oggi mi fanno tirare i remi in barca, perché la tempesta è finita e se ne sta preparando un’altra. Ma quegli occhi nocciola, se Dio me li ha mandati, mi salveranno.