Alla fine dello scorso millennio, in una Roma ormai "vedova" del papa, un ecclesiastico svizzero soggiorna nei luoghi della sua formazione in giovinezza, in attesa di essere ricevuto dal Vicario di Cristo (che ha pensato bene di trasferire la sua sede a Zagarolo). La città che egli ritrova non è più la Capitale, non sembra più Eterna, ma è solo una propaggine del Sud Italia, una sporca città troppo grande. Nel clero si sono create della fazioni i cui ideali mescolano politica e dogmi e i cui esponenti sono personaggi grotteschi, dalla voce stentorea, dai muscoli possenti e che o si ostinano a preservare un celibato non più obbligatorio o si circondano di figli, a palesare la loro contrarietà alla tanto biasimata "pillola" anticoncezionale. Morselli ci offre infiniti spunti di riflessione e ciò che emerge dal testo è la sua profondissima conoscenza del quadro storico, politico e sociale di quegli anni. Conoscenza che gli consente, appunto, di tracciare un quadro verosimile di quella che avrebbe potuto essere la situazione in una Roma privata del suo simbolo più alto. L'autore ci mette di fronte ad un contesto sociale che sembra fare il paio con gli avvenimenti socio-politici dei nostri tempi, dove il segno su tanti fronti si è ormai perso da tempo e dove, mentre le superpotenze provano e spartirsi col beneplacito del Papa i giacimenti minerari sulla Luna, sulla "terrena" Terra si discute ancora di altissime questioni teologiche relative all'importanza della figura della Madonna. Un quadro tagliente, sferzante, doloroso, che ancora una volta ci pone di fronte al dispiacere della perdita di un così pieno e ricco intelletto. E quando finalmente il protagonista (dopo un'anno) riuscirà ad ottenere la tanto attesa udienza, si scoprirà che il papa non ha tempo per pensare a certe cose, che i suoi pensieri sono altri e ciò che resta da fare è stendersi sul prato antistante la sua residenza e godersi il sole dopo l'imprevista pioggia che li aveva accolti.
Roma senza papa. Cronache romane di fine secolo ventesimo
"Roma senza papa" fu il libro che rivelò Morselli. Quando il romanzo apparve, nel 1974, Giulio Nascimbeni scrisse sul «Corriere della Sera»: «La prima tentazione è di dire che c'è stato anche un Gattopardo del Nord. Viveva in luoghi profondamente lombardi, tra Gavirate e Varese. Scrisse migliaia di pagine. Sperò a lungo che gli editori si accorgessero di lui. È morto il 31 luglio dell'anno scorso. Adesso esce un suo romanzo, "Roma senza papa", pubblicato dalla Adelphi, e se ne resta attoniti, come davanti a un frutto raro e inimmaginabile».
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Edizione:2
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Anno edizione:1992
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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LuigiAmendola 01 settembre 2023Distopia a sfondo religioso
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Fabio00 14 luglio 2022Ucronia anni 60
Può un romanzo ucronico, scritto nel 1966, sulle trasformazioni della Chiesa di Roma, colpire un lettore di oggi? Secondo me no, per cui, se se ne vuole trarre un valore, bisogna pensare a quando fu scritto e, disgraziatamente, come per tutte le opere di Morselli, anche a quando fu pubblicato, vale a dire nel ’74, primo libro uscito postumo a meno di un anno dal suicidio dell’autore. Vi si ipotizza lo spostamento della sede pontificia a Zagarolo, la conseguente perdita di attrattiva turistica di una Roma definita città vecchia più che antica e, per il dogma, l’abolizione del celibato, l’unificazione con la Chiesa anglicana, il tentativo di un ecumenismo mondiale, la progressiva propensione del mondo anche religioso verso il nord Europa freddo e industriale ed il conseguente abbandono delle attività industriali in un’Italia avviata ad occuparsi comunque solo di turismo. Senz’altro ho dimenticato qualcosa perché di argomenti ce ne sono tanti compressi in un libro di meno di 200 pagine che risulta caotico e un po’ troppo caricaturale, molto diverso dagli altri di Morselli, per me incomparabilmente più coinvolgenti, ma che ne rivela l’eclettismo. Resta la considerazione che ho fatto all’inizio, per noi che abbiamo vissuto la trasformazione della Chiesa degli ultimi cinquant’anni (per me in senso genericamente negativo), facciamo fatica a cogliere interesse in un’ucronia scritta tanti anni e tante cose fa.
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Selva82 10 marzo 2022Un talento letterario riconosciuto postumo
Il secolo che sta laboriosamente tirando le cuoia, muore, in bellezza no, in esasperata specializzazione. E la specializzazione ha un nuovo pretesto teorico, il policentrismo dell'infinito, la frantumazione dell'universo visibile e dell'invisibile. Di tutto questo, si capisce, i giovani sono fieri. Ritirate sotto di sé le lunghe gambe interviene Cogan, l'irlandese: L'uomo d'oggi è una galassia. La vita di oggi è pluralismo. Senza limiti. Bisogna prenderne atto". Roma senza papa è il primo romanzo di Guido Morselli apparso postumo presso l'editore Adelphi nel luglio 1974, a un anno dalla scomparsa del suo autore. Scrittore varesino, in vita si vide sempre rifiutare le sue opere, alle quali decise di dedicarsi completamente dopo la morte dell'amata sorella Luisa. All'indomani del suo suicidio Morselli diventerà un caso letterario e i suoi romanzi vedranno finalmente la luce. Distopico, satirico, fantapolitico, Roma senza papa è considerato un libro profetico grazie all' abilità con cui il suo autore mette in scena uno spettacolo apocalittico, dove lo sfacelo della chiesa e delle istituzioni getteranno l'uomo alla deriva, senza più nulla a cui aggrapparsi.
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