Saint-Just. La vertigine della rivoluzione - Stenio Solinas - copertina
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Letteratura: Italia
Saint-Just. La vertigine della rivoluzione
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Descrizione


Fra i protagonisti della Rivoluzione francese e del Terrore nessuno è così tragicamente e ambiguamente affascinante come Saint-Just. Definito nell’Ottocento «Arcangelo della morte» da Michelet, «Spada vivente» da Taine, riletto nel Novecento di volta in volta come precursore dei socialisti utopisti, dei fascisti, dei leninisti, per i suoi contemporanei Saint-Just fu l’accusatore feroce di Luigi XVI, dei Girondini e di Danton; il rappresentante implacabile della Convenzione presso le armate del Reno e del Nord; il membro inflessibile del Comitato di Salute pubblica; la vittima impassibile del 9 Termidoro.

«La leggenda non nasce dalla bellezza di Saint-Just, è la sua bellezza a nascere dalla leggenda; perché la sua testa diventi quella dell’arcangelo della ghigliottina, bisogna che il boia la raccolga». - André Malraux

«L’uomo in rivolta non ha che un modo di riconciliarsi col suo atto omicida, se vi si è lasciato portare: accettare la propria morte e il sacrificio. Uccide e muore perché sia chiaro che l’omicidio è impossibile (…). La serenità di Saint-Just mentre incede verso il patibolo è spiegata. Oltre questa frontiera estrema cominciano la contraddizione e il nichilismo». - Albert Camus

«Benché sia stato fra i più feroci e i più pazzi, Saint-Just è il solo rivoluzionario a cui si possa pensare con amicizia. Il solo al quale si sarebbe potuto parlare. Non è prigioniero di un unico pensiero, come Robespierre, né della volgarità, come Danton, non ha avuto il tempo di carcerarsi in una assoluta ipocrisia come Bonaparte». - Pierre Drieu La Rochelle

Entrato in politica a vent’anni, ghigliottinato che ne aveva ventisette, libertino nel 1789 e teorico della virtù nel 1793, uomo di cuore e uomo di sistema, fu il più contraddittorio dei rivoluzionari, una sorta di Giano odiato, ma mai disprezzato, ammirato, ma mai amato. Nessuno ha anche goduto come lui di un culto letterario e artistico che ha finito per farlo salutare come un fratello di Rimbaud e di Shelley, un erede virtuoso di de Sade. È stato un modello per pittori romantici quanto l’oggetto di meditazione per saggisti e narratori, da Camus a Malraux, da Drieu a Marguerite Yourcenar, di fascino per cineasti: nel Napoléon, di Abel Gance, sarà lo stesso regista a interpretarlo. Uomo politico e uomo d’azione, uomo di Stato e uomo di pensiero, Saint-Just è oggi l’unico contemporaneo fra i suoi compagni dell’89. Lo è perché in lui si mischia il culto della giovinezza, l’estetica e l’etica, l’idea della felicità possibile su questa terra e della necessità di arrivarci anche a costo dell’orrore, il riproporsi periodico della tentazione di rifare l’uomo anche suo malgrado, l’inchinarsi alla volontà generale e alla sanità del popolo anche se questa coincide con l’asservimento dell’individuo e la fine delle libertà. Raccontare Saint-Just è dunque fare luce su ciò che ci circonda.

Dettagli

22 ottobre 2020
320 p.
9788854519077

Valutazioni e recensioni

  • utente_8136
    Lettura appassionate e coinvolgente

    Ritratto letterario ben condotto con particolari estetici e caratteriali che rendono la narrazione fluida, in alcuni punti cinica, intrigata e appassionata visto il personaggio. Sicuramente l'autore apprezza la passionalità e il carisma del personaggio più che le sue idee forse troppo estreme ma anche grezze. Saggio che si legge d'un fiato e senza la minima fatica. Consigliato come lettura estiva o per un pomeriggio libero. Libro recensito positivamente da credo quasi tutta la critica, basta una ricerca sul web per verificarlo.

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Stenio Solinas

1951, Roma

Stenio Solinas (Roma 1951) è giornalista e scrittore. Tra i suoi libri ricordiamo Compagni di solitudine (Ponte alle Grazie 1999), L'onda del tempo (Ponte alle Grazie 2001), Percorsi d'acqua (Ponte alle Grazie2004), Vagamondo (Settecolori edizioni 2008), Da Parigi a Gerusalemme. Sulle tracce di chateaubriand (Vallecchi 2001), Gli ultimi Mohicani. Quel che resta della politica (Bietti 2003), Il corsaro nero. Henry de Monfreid l'ultimo avventuriero (Neri Pozza 2015), L'infinito Sessantotto. Da Macondo e P38 alla II Repubblica (La Vela Viareggio 2018) e Genio ribelle. Arte e vita di Wyndham Lewis (Neri Pozza 2018). Un suo racconto, "Il Lunatic Express", è compreso nel volume Quel treno per Baghdad edito da Neri Pozza.

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