Uno scritto molto bello, quasi un testamento spirituale, se vogliamo accettare per vero il titolo : quel “Sazio di giorni”, riferito a Giobbe che muore “stanco di vivere ma felice di aver amato la vita”! Veramente il protagonista, Orlov, sembra proprio galatticamente lontano da Giobbe; egli è un pittore fallito, incompreso, che vive ai margini , che va contro corrente, che però ha la grande capacità di intuire e rappresentare il momento critico, quello che lui chiama il <<quasi>> : il momento in cui non sei ancora morto ma non sei neanche più vivo!!!. Ecco perché lui si è specializzato nel ritratto dei morti; perché i morti ti parlano della vita più dei vivi!! E’ un modo per esorcizzare la morte? Per guardarla negli occhi? o è un modo piuttosto di accettare la propria fragilità o forse un modo per darsi il coraggio di vivere la propria solitudine, di saper cogliere la verità e senza compiacere nessuno? C’è una forma velata di autosufficienza? Di libertà? Penso che sia un mistero questo. Tuttavia la vicenda che va dal soliloquio al dialogo con la vedova Magda o con il figlio Orli coinvolge fortemente il lettore in un turbinio di storie, immagini, riflessioni personali teso a ricostruire il vissuto e la personalità di Orlov; ma che portano anche Orlov/Kaniuk a fare un bilancio della propria vita. Il finale non è scontato, ma alla fine forse, proprio come Giobbe, anche lui sente di aver amato e vissuto la vita!
Sazio di giorni
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Orlov, pittore fallito e incompreso, dipinge i morti su commissione. Se gli si chiedesse perché, risponderebbe: "Sono passato ai morti perché è l'unico posto in cui mi hanno accettato", oppure: "Ainche Leonardo e Rembrandt hanno imparato a dipingere i morti per sapere di cosa è composta la vita; la morte devi conoscerla mentre sei ancora vivo, non quando è ormai troppo tardi". O ancora: "Io dipingo i morti perché loro non vedono il mio lavoro e non si lamentano". In una lunga notte di lavoro, dipingendo il cadavere di un misterioso uomo d'affari e dialogando con la vedova, donna affascinante ed enigmatica, Orlov ripercorre i passaggi chiave della sua vita e le questioni irrisolte che hanno segnato la sua esistenza - fino ad un'inaspettata conclusione e a un sorprendente riscatto. In questo romanzo breve, Yoram Kaniuk include tutte le sue ossessioni e passioni, elabora una profonda riflessione sulla morte e sull'essenza dell'arte e lascia ai propri lettori un vero e proprio testamento letterario, denso di significato e di saggezza.
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Anno edizione:2014
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Ho adorato particolarmente questo libro, sia per il modo in cui è narrata la vicenda, sia per i profondi messaggi che ci lascia. Il protagonista, Orlov, è un pittore del tutto folle: non dipinge ritratti o nature morte, ma gente morta su commissione. La caratteristica fondamentale del personaggio è proprio la sua incompletezza: egli si ritiene un fallito. Dopo una serie di varie vicende, però, i suo senso di incompiutezza di trasformerà e lo renderà un uomo "sazio di giorni". In queste poche pagine l' autore riesce a trasmetterci l' intensità della vita e una profondità di sentimento davvero unica. La casa editrice purtroppo non è molto conosciuta, ma io vi assicuro che questo romanzo è davvero un gioiellino.
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