Un libro scorrevole, ma impegnativo. Mente accesa su sottili ragnatele di riferimenti letterari e non. Un’essenza sotterranea da scoprire spremendo le meningi. Lettori, siete invitati a leggere le avvertenze: non è una passeggiata! Un’estate gialla, un paio di occhi verdi. Zenit. Il punto più alto del cielo. Diventare una stella e vederlo franare giù. Il fondo vuoto di una bottiglia alcolica. Una domanda sul fondo:”…e se non esistesse un mondo lassù nel cielo?” Litigarci con quel cielo. Con qualcuno che tira i dadi. Il destino oppure Dio. Pari o dispari. Amore o morte. Lo scrittore è regista di un piacevole viaggio attraverso il caos. Ti senti stordito? È perfettamente normale. È proprio ciò che lui vuole e rivela nelle sue numerose dichiarazioni di intenti. Leggi, stai al suo gioco, anche se si prende gioco di te. Antonio Penna, scrittore. Ad ogni modo un omicida. Personaggio eccentrico, rovescia i bicchieri della morale, sfida Dio. Quello è il suo regno, il suo libro con i suoi comandamenti. In questo caso è lui il creatore o il creativo. Costruisce il suo paradiso, costruisce il suo inferno. Una lampadina spenta nel cielo di mezzogiorno. Acceso, spento. Luce, buio. Flash di vita, frammenti, forti contrasti. “Chiudi gli occhi. Adesso aprili.” Buona lettura.
Antonio Penna (un destino anagrafico il suo) viene dalla scrittura,nella quale si è rifugiato nella sua ben poco felice infanzia, e da omicida alla scrittura torna nella reclusione "per tenersi sotto controllo"; nel mezzo, ha amato e si è lasciato amare da Zenit, la ragazza che parla con la luna, suona il violino, ama le ballate irlandesi e la cioccolata al latte. Lei lo ha conquistato all'istante con la sua spregiudicata e limpida autenticità, permettendogli di essere se stesso e di credere nella propria creatività. Ma, cedendo alla lusinga del successo, Antonio si allontana da Zenit per ritrovarla solo quando sa che sta per perderla definitivamente: è allora che lui acquista coscienza della sublime natura dell'amore, della sete di vita della compagna e della sua totale libertà di spirito, doni ai quali lui ha rinunciato lasciandosi trascinare in un gioco ipocrita. Insostituibile Zenit, capace di affidare a un lancio di dadi un amore e di barare per amore di verità.
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Anno edizione:2013
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Livia Fiume 03 dicembre 2013
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Scrittori Brutta Razza: un titolo che sorprende, perché a raccontare questa storia è esattamente uno scrittore. Classe 1983, Luigi Saccomanno ha tutte le potenzialità per far parlare di sé. Pagina dopo pagina, attraverso le parole di Antonio Penna, protagonista della storia e scrittore anch'esso, egli riesce a coinvolgere il lettore, a sconvolgerlo, incantarlo. Scrive con un'abilità sorprendente e si prende gioco del suo pubblico esattamente come un prestigiatore fa di fronte alla sua platea, perché, dice, "La scrittura è finzione, non nel senso della fantascienza, ma di quello della falsità. " A fare da sfondo alla sua analisi critica sul mondo della scrittura e dell'editoria vi è la travolgente e mai banale storia d'amore ricca di sentimento tra Antonio e Zenit, la piccola ragazza dagli occhi color smeraldo. Una storia mai banale, appunto, come non lo è in alcuna riga questo libro, scritto con grande cura fin nei minimi dettagli. Una lettura che mi sento di consigliare a chi ama le cose belle, a chi legge, a chi scrive, a chi sogna un giorno di diventare uno scrittore.
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