E se smettessimo di fingere? Ammettiamo che non possiamo più fermare la catastrofe climatica
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L'apocalisse climatica sta arrivando. Per prepararci ad affrontarla, abbiamo bisogno di ammettere che non possiamo prevenirla.
«Tracciato con una schiettezza senza falsi pudori, il saggio di Franzen invita il lettore a prendere seria consapevolezza dell'apocalisse climatica che è esplosa almeno dal 2015» - Alberto Fraccacreta, la Lettura
«Lo scrittore americano è da sempre un ambientalista convinto. Nei suoi saggi propone alcune strategie da applicare subito, con una premesse: la politica deve compiere una scelta morale» - Anna Lombardi, Robinson
Da tempo Jonathan Franzen contempla la possibilità che l'apocalisse climatica avvenga nel corso della sua vita. Segue le vicende del cambiamento climatico da almeno trent'anni, e ne ha anche scritto. A suo avviso l'interesse del movimento ambientalista per tale cambiamento aveva senso negli anni Novanta, quando sembrava ancora possibile impedirlo. Dal 2015, tuttavia, è chiaro che l'azione collettiva ha fallito. Da appassionato ambientalista, Franzen è frustrato dal fatto che il cambiamento climatico, in modo futile, monopolizzi il discorso pubblico. Qual è il senso di questo saggio? Parlare con il cuore e provare a rispondere ad alcune delle domande che gli erano state rivolte sugli articoli e sui saggi precedenti, ad esempio: Non è politicamente controproducente togliere speranza alle persone? Vista la gravità della situazione, il problema della speranza è decisivo e un'autentica speranza necessita di sincerità e amore. Di sincerità perché la speranza è un investimento come qualunque altro, che è meglio compiere con gli occhi bene aperti. E di amore perché, senza amore, non c'è nessuna speranza che valga la pena di coltivare.
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Anno edizione:2020
E se smettessimo di fingere?
Questa mattina venendo al lavoro ho letto questo piccolo saggio "E se smettessimo di fingere?" scritto da Jonathan Franzen e pubblicato da Einaudi. In questo saggio rivolto a chi vuole riflettere e anche a chi è disposto a farsi scardinare un po' le idee l'autore, che è ovviamente un ambientalista, sostiene che dobbiamo ammettere che non possiamo più fermare la catastrofe ambientale. Insomma l'innalzamento dei mari, gli incendi, sono il nostro futuro. L'unica cosa che possiamo fare è quella di prepararci ad affrontare le conseguenze come l'immigrazione di massa e la distruzione delle città lottando per delle democrazie più forti, per una giustizia più funzionante, per l'equità. Insomma l'unica cosa che possiamo fare in questo momento è gestire l'Apocalisse.
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