La storia di Sixto Rodriguez, raccontata nel documentario Searching for Sugar Man vincitore dell'Oscar per la categoria Miglior Documentario, è la storia di un mistero: nei primi anni '70 Sixto Rodriguez, musicista americano di Detroit di origine messicana, pubblica due album di cantautorato. In America non se ne accorge nessuno. I dischi passano completamente inosservati e lo stesso autore, con estrema serenità, costruisce la propria vita su un onesto anonimato diventando operaio e padre. Rodriguez abbandona l'idea di vivere grazie alla musica ma continua a vivere di musica.La sua musica però raggiunge il Sud Africa ed è subito amore. Ad altre latitudini quel sound caldo con vaghi echi caraibici ed i contenuti umani e sociali delle liriche di Rodriguez trovano un'accoglienza trionfale.Rodriguez diventa un mito a sua insaputa e la sua musica diventa la colonna sonora della battaglia contro l'apartheid e la censura, ma nessuno lo ha mai visto dal vivo e lui, operaio edile nella industriale Detroit, abbandonata da anni la via della musica, non può immaginare di essere diventato un'icona invisibile in un altro continente. Per anni l'America, che fisicamente conoscel'uomo Rodriguez, ignora il musicista mentre il Sud Africa adora il talento di uno sconosciuto manovale americano: dove non è arrivato l'uomo è arrivata la sua musica, la sua umanità in note.Finalmente verso la fine degli anni '90 due fan riescono a risolvere l'enigma Rodriguez trovando il loro misterioso mito: l'operaio Sixto. Il mistero si svela nella sua semplicità e finalmente la musica viene ricondotta al suo autore. Rodriguez partirà per conoscere il suo pubblico ed il popolo del Sud Africa, abituato a cantare ogni nota delle canzoni del musicista americano, potrà finalmente legare quelle musiche ad un uomo. Rodriguez parte in tour in Sud Africa ed ai suoi concerti il pubblico che lo ha tanto amato può finalmente ringraziarlo. Abbastanza per concedere un bis e ritornare a fare l'operaio ed il padre nella fredda Detroit. Abbastanza per poter dire che è vero, il tempo è galantuomo.)