I segreti dell'immunità. Tutto ciò che possiamo imparare dagli animali su igiene e controllo delle infezioni
La crisi ecologica in atto mette a repentaglio la sopravvivenza di tutti i viventi e, come ha dimostrato la pandemia da Covid-19, ci costringe a reprimere proprio i comportamenti che ci rendono umani, primi fra tutti l'incontro con il prossimo e l'aggregazione sociale.
«Un saggio sui tanti e spesso sorprendenti modi in cui gli animali evitano parassiti e patogeni» - Alex Saragosa, il Venerdì
Nel 1546 il medico e filosofo italiano Girolamo Fracastoro ipotizzò che le malattie infettive fossero causate da agenti invisibili, in grado di passare da un individuo all'altro. La sua intuizione fu confermata soltanto tre secoli dopo, quando gli esperimenti di Louis Pasteur e Robert Koch inaugurarono la moderna microbiologia, disciplina che studia anche quei batteri e virus in grado di aggredire il nostro organismo e generare epidemie più o meno estese. Oggi sappiamo che i microrganismi patogeni non flagellano soltanto le comunità umane. Nel mondo animale è in atto una lotta costante, che vede ogni specie impiegare una gran quantità di strategie, comportamenti e rimedi per contrastare la diffusione delle malattie infettive. Una rapida carrellata di queste pratiche può dimostrare che Homo sapiens ha inventato ben poco, dato che gli animali mostrano grande attenzione alla prevenzione, all'igiene individuale e collettiva e alla gestione dei conspecifici malati. "I segreti dell'immunità" è un vero e proprio campionario di abitudini, comportamenti e azioni che gli scienziati hanno individuato e studiato in diverse specie animali, dai pesci ossei ai primati, dagli uccelli agli insetti sociali. Condividiamo con api e altri imenotteri la tendenza a isolare gli individui malati, utilizziamo farmaci e rimedi per contrastare l'azione dei patogeni proprio come fanno diverse specie di scimmie nutrendosi di foglie specifiche e teniamo puliti gli ambienti in cui viviamo con la stessa cura mostrata da tassi e altri mammiferi con le loro tane. Il minuzioso lavoro di ricerca svolto da Christian Lenzi non mostra però soltanto quanto abbiamo in comune con le altre specie terrestri: mette anche in evidenza che una specie sociale, mobile e diffusa come Homo sapiens non può permettersi di continuare a degradare gli ecosistemi, esponendosi così al contagio di patogeni sconosciuti.-
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Anno edizione:2020
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