I libri della serie in ordine cronologico.
Intrappolata tra paranoia e realtà, Lo Blackwood è una protagonista che si muove sul confine tra allucinazione e verità. Giornalista dal temperamento inquieto, segnata da un trauma mai del tutto superato, Lo è un personaggio che non cerca il crimine, ma lo incontra – e spesso vi precipita.
Sin dal primo volume della serie firmata Ruth Ware, La donna della cabina numero 10, la sua voce si impone come potente narratrice dell’ambiguità: nulla è certo, nessuno è affidabile, nemmeno se stessi. In un’atmosfera da thriller psicologico, Lo si ritrova prigioniera di una lussuosa crociera artica, testimone di un omicidio che nessuno vuole credere sia mai avvenuto. La sua ossessione per la verità diventa allora il cuore pulsante della narrazione: una corsa disperata contro la follia, la solitudine e l’indifferenza di chi la circonda.
Nel secondo capitolo, La donna della camera numero 11, ritroviamo una Lo maturata, ma ancora scossa. Dopo anni di silenzio, torna al giornalismo e affronta una nuova indagine in uno chalet svizzero, raffinato e glaciale come l’élite che lo abita. Qui la tensione si fa ancora più sottile, giocata su telefonate notturne, identità ambigue e relazioni pericolose. Di nuovo, Lo si scontra con l’invisibile – un pericolo che ha sempre il volto dell’altro, ma anche il riflesso tremante di sé stessa.
In equilibrio tra le regole del noir classico e le torsioni del thriller contemporaneo, la serie di Lo Blackwood si impone per la sua capacità di dar voce a un’eroina vulnerabile e determinata. Una donna che osserva il mondo da dietro un vetro sottile – uno specchio, forse, che deforma quanto basta per non sapere più se si è spettatori… o vittime.