I shot a man in Reno. Storia della morte nella popular song: di omicidio, suicidio, incendio, alluvione, droga, malattia e altre sventure
Chiedete all'appassionato di gangsta rap. Chiedete al fanatico di blues e al barbuto ascoltatore di folk. Chiedete ai dark e ai ragazzini emo. Chiedeteglielo, e vi diranno tutti la stessa cosa: la morte e la popolar music danzano da sempre mano nella mano, a un funereo tempo di valzer. Le classifiche pop e le playlist radiofoniche forse vorrebbero convincervi che il mondo gira al suono di "Io amo te, tu ami me", e di simili faccende del cuore. Noialtri sappiamo che viviamo in un mondo in cui le rose rosse un giorno diventeranno crisantemi e che è la morte il motore che alimenta la musica più grande e vitale che ci sia. Basandosi su interviste uniche e originali ad artisti come Mick Jagger, Paul McCartney, Richard Thompson, Ice T, Will Oldham e Neil Finn, tra gli altri, "I shot a man in Reno" esplora i modi in cui la popular music affronta la morte e documenta il significato sempre diverso che ha per il pubblico e per gli artisti man mano che invecchiano. A mo' di epilogo, "I shot a man in Reno" presenta al lettore i 40 migliori dischi della morte di tutti i tempi, corredati da una breve descrizione: un'introduzione per la curiosità morbosa di ogni ascoltatore.
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Anno edizione:2009
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