Perché la sociologia dovrebbe essere un linguaggio? Perché si dovrebbe descrivere e analizzare l'insieme dei rapporti, delle influenze reciproche, delle tensioni e delle declinazioni euristiche del cosiddetto pensiero sociologico in quello filosofico riguardante il linguaggio? Viviamo in mondi simbolici, costruiamo mondi simbolici, reclamiamo e ci appelliamo a mondi simbolici, "usiamo" mondi simbolici. Tutto questo non lo facciamo sotto una campana di vetro, non restiamo fermi, immobili, soli nell'intero universo. Lo facciamo solo in quanto lo facciamo con altri. Non potremmo nemmeno pensare in termini di altri se non all'interno del linguaggio stesso. Filosofia del linguaggio e sociologia hanno in comune l'essere due dimensioni ontologiche del mondo della vita di tutti i giorni, che lavorando insieme, sfumando l'una nell'altra ci permettono di continuare lungo quella processualità che, nonostante tutti i tentativi di renderla statica, rimane dinamica e continua. La processualità che descrive, come forma e contenuto, quello che viviamo e chiamiamo "sociale".
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Anno edizione:2012
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