Solitude Creek

Il thriller è molto coinvolgente e appassionante, i colpi di scena finali vi lasceranno a bocca aperta. Il problema di questo libro è a monte: all’inizio vengono presentati un’accozzaglia di personaggi, che si riveleranno più o meno importanti per il proseguo del romanzo, con descrizioni fin troppo dettagliate, che non lasciano niente al lettore, se non una crescente voglia di abbandonare il libro. Mettiamola così: se superate pagina 150, avete buone probabilità di finire il libro. La narrazione, inoltre, non si limita al fatto del Solitude Creek, ma inizia a divagare su altri casi, completamente slegati dalla trama principale. Il che non sarebbe poi così male, se ci fosse un filo conduttore; l’assenza di tale fil rouge dà la sensazione di stare guardando 3/4 episodi di Castle contemporaneamente.

Il libro parte molto lentamente, dopo 200 pagine inizia ad avere un ritmo più serrato e coinvolgente, ma non all'altezza delle altre opere di Deaver. La protagonista è Kathryn Dance che si trova a dover affrontare un pazzo psicopatico il cui unico divertimento è quello di scatenare la paura della gente, paura che nella maggior parte dei casi si tramuta in pura follia omicida.

Come la maggior parte dei libri di Deaver anche questo ti tiene incollato fino alla fine ma soprattutto ti mostra dei risvolti della vicenda che non penseresti finché non leggi l'ultima pagina. Inoltre l'autore riesce a focalizzare delle realtà, delle problematiche e stili di vita sempre attuali, che devono essere frutti di un lavoro preparatorio e di studio veramente notevole. Niente sembra lasciato al caso e le apparenze, che sembrano disegnare la trama imbastita, veramente ingannano!