Ancor che il titolo rechi la parola “Sotterranei” (in francese “Caves”, e colga il gioco di parole tra il titolo e uno dei personaggi chi ha letto il libro), di prettamente sotterraneo non c’è niente: niente archivi segreti, passaggi nascosti e elementi affini; anzi, è proprio alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti che Gide guida il lettore in un’avventura sapientemente satirica, anche nelle sue parti più “velenose”. Nel corso della narrazione il fil-rouge guida passa da personaggio a personaggio come il testimone di una staffetta, e mentre noi ne seguiamo il procedere siamo immersi in un mondo di fine Ottocento / inizio Novecento meravigliosamente descritto. Lettura poco impegnativa e caldamente consigliata.
I sotterranei del Vaticano
La placida cittadina di Pau è sconvolta dalla notizia che colui che appare come Papa sarebbe solo un impostore: la Massoneria ha imprigionato il vero Santo Padre nei sotterranei del Vaticano. Ma si tratta di un inganno per spillar denari ai borghesucci cattolici, ordito dall’abile Protos e dalla sua banda di truffatori, maestri del raggiro e del travestimento. Ma quando uno di quei borghesi, travolto dal fervore religioso, decide di accorrere a Roma dalla quieta provincia francese per liberare il Papa, la truffa rischia di sfuggire di mano. Una commedia degli inganni che coinvolge scienziati positivisti ferocemente atei, ma di facilissima e altrettanto fanatica conversione alla fede; scrittori che della fede sono i portavoce, mossi dalle peggiori vanità e sconvolti dai più atroci dubbi; e infine lui, Lafcadio, il bellissimo figlio illegittimo e ribelle di tanta ipocrita e sfibrata società borghese. Teoria e pratica dell’“atto gratuito” gli appartengono, nascono con lui, e influenzeranno nel bene e nel male tante rivolte a venire. Quest’opera è satira e farsa, romanzo e pamphlet, sberleffo e manifesto; provocare e inquietare il lettore è stato per Gide quasi una bandiera, certo una parola d’ordine. E I sotterranei del Vaticano, pubblicato nel 1914, l’anno stesso in cui prendeva il via l’immane e gratuito massacro di tutta una generazione, resta il più provocatorio, il più inquietante dei suoi tanti interventi.
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Autore:
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Edizione:4
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Silvio 03 settembre 2025Il Millepiedi
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Ale5e5 25 luglio 2022I sotterranei del Vaticano come pretesto per un'analisi più ampia
"I sotterranei del Vaticano" è un'opera scritta dal parigino André Gide (1869-1951), autore forse poco conosciuto in Italia, il quale è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1947; Gide ha classificato l'opera come "sotie", ad indicare un testo francese di stampo drammatico-satirico. Il libro, ambientato nel 1890 in Italia e in Francia, narra l'evolversi delle vicende legate alle segrete di Castel Sant'Angelo (monumento collegato allo Stato del Vaticano attraverso corridoi sotterranei), al cui interno si vocifera che vi sia imprigionato il papa (Leone XIII) e che la Santa Sede sia in realtà presieduta da un impostore della Massoneria (come anticipato dalla presentazione del libro, la situazione si rivelerà totalmente differente...). Il romanzo è suddiviso in cinque capitoli, ognuno dedicato a un personaggio principale: dallo scienziato positivista Anthime al romanziere Julius de Baraglioul, passando per l'ingenuo Amédée e lo scaltro Protos, senza dimenticare il misterioso Lafcadio. Tutti questi personaggi sono sceneggiati con maestria da Gide, che ne esalta difetti, dettagli, contraddizioni e sfumature del carattere; essi, come maschere di un teatro, corrispondono a stereotipi fissi che contribuiscono alla proiezione di un certa epoca storica, sociale e culturale. Tra le tematiche affrontate: lo scontro tra positivisti e credenti, il concetto di fede, il delitto senza motivo e il modus operandi della Massoneria. Nonostante uno stile di scrittura a tratti antiquato, la narrazione è scorrevole (grazie anche alla folta presenza di discorsi diretti). Riguardo l'edizione (maggio 2022), la traduzione del testo è ottima; come unica nota negativa, da segnalare l'assenza di un breve saggio critico a fine romanzo, il quale avrebbe aiutato a chiarire alcuni concetti di un'opera la cui comprensione globale non è scontata. In conclusione, il libro mi ha complessivamente soddisfatto, grazie ai molteplici spunti di riflessione che mi ha lasciato.
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