Sotto la neve

Pare che Ferjon sia stato uno dei più grandi giallisti dell'inizio del XX secolo. E le qualità ci sono tutte: ritmo, supance, personaggi al limite dell'ambiguo, qualche incursione nell'esoterismo che non fa mai male. Eppure leggendo questo romanzo ho provato come una sensazione di dejà vu: la trama è un incrocio tra Assassinio sull'oriente Express e Dieci piccoli indiani della Christie. Nella notte di Natale un treno diretto a Londra si trova improvvisamente fermo nel bel mezzo del niente a causa di una violenta tempesta di neve. Contemporaneamente, viene scoperto un cadavere in una delle cabine. Smaniosi di trovare una soluzione alternativa per raggiungere le agognate mete natalizie, tanto quanto di sottrarsi da una situazione scabrosa che rischia di allungare i tempi della sosta, un gruppo di passeggeri scende furtivamente dal treno e decise di inoltrarsi nella campagna in cerca di aiuto. Trovano una casa apparentemente abbandonata. In realtà la casa sembra aspettare ospiti da un momento all'altro. Solo che non c'è nessuno. Come se il tempo si fosse fermato un attimo prima del loro arrivo. Indecisi sul da farsi, i componenti del gruppo scelgono di restare: la tempesta è sempre più violenta e impossibile da sfidare. Vengono poi raggiunti da altri due viaggiatori dello stesso treno. Forse uno di loro è l'assassino. Forse no. Forse un'altro è un sensitivo, ma vale la pena di crederci davvero? Tra misteri, tensioni, ficcoli flirt, incidenti e altre apparentemente inspiegabili morti, questa convivenza forzata poprio a cavalklo tra vigilia e giorno di natale, servirà a dar luce su una torbida storia vecchia più di vent'anni.