Ci sono 2 modi per realizzare una cover : stravolgendo il brano originale fino a renderlo quasi irriconoscibile, o riproponendolo in modo attinente alla sua prima versione senza apportare grosse modifiche alla produzione iniziale. La prima modalità è forse più creativa, ma sicuramente più rischiosa perché spesso la voglia di strafare e personalizzare a tutti i costi porta a risultati modesti e fine a sé stessi, se non addirittura fastidiosi per chi conosceva ed apprezzava il brano originale. Altre volte, invece, si producono veri capolavori (vedi All Along the Watchtower di Hendrix), soprattutto quando si coverizzano brani poco conosciuti e che alla loro prima uscita non hanno avuto alcun successo. In questi casi accade spesso che la cover, essendo nettamente migliore dell’originale, viene considerata erroneamente un originale. Rod Stewart, in questo disco, propone in modo garbato 14 cover di classici piuttosto conosciuti, senza stravolgerne le melodie e gli arrangiamenti, ma apportando solamente il suo suono ed il timbro della sua voce. Il risultato è un disco che non fa gridare al miracolo ma che risulta assai godibile dal primo all’ultimo brano.
