Stone Over Stone

Creata da strati di diverse voci di mellotron, poi separate, riamplificate e registrate come se fossero un'orchestra da camera, la musica confonde in modo inquietante il confine tra umano e artificiale, lasciando spazio a qualcosa di simile a un ricordo con la sua sfocatura di realtà e finzione. Con lo stesso spirito di associazione, questo disco è certamente influenzato da altri minimalisti che lavorano entro i confini della "colonna sonora", come North Star di Philip Glass e l'opera cinematografica di Michael Nyman. Ma la colonna sonora di Brown opera all'interno di una sua peculiare profondità di campo, vivendo nell'immaginazione dell'ascoltatore, prosperando in un proprio senso di solitudine, aspirazione e confusione che solo l'infanzia può evocare. Gli ascoltatori percepiranno l'entropia dell'invecchiamento in Stone Upon Stone, come un memoir dai toni a cascata, che lo distingue da tanta altra musica fai-da-te e premia con ascolti ripetuti.