Storie Naturali è un piccolo gioiello della letteratura francese. Scritto nel 1896 e pubblicato l'anno successivo, l'opera contiene descrizioni della natura, al crocevia tra scienza e poesia. I disegni del pittore Henri de Toulouse-Lautrec impreziosiscono questi brani naturalistici di Renard, che è stato capace di rappresentare il delimitato in questi epigrammi in prosa, quasi la sua fosse arte pittorica, perché nella descrizione dei paesaggi l’autore realizza quello che si potrebbe definire il corrispettivo letterario dell'impressionismo. Renard è stato soprattutto un artista, si definiva "cacciatore di immagini", e riportava poi i dettagli osservati nelle sue descrizioni. In particolare, le scenette descritte in Storie Naturali sono modelli del loro genere, apprezzate per il linguaggio limpido e conciso: tutta l'opera è, infatti, caratterizzata da una vera e propria caccia alle immagini, con le quali si dà vita a una sorta di album fotografico di animali domestici e selvatici, tratteggiati, con affettuosa ironia, in istantanee di poche parole. Lettura consigliata.
Jules Renard era nato in campagna da un campagnolo di Chitry-les-Mines, comune della Borgogna che contava (e conta) poche decine di anime. "Il mio centro spirituale non è Parigi" diceva "ma Chitry, il paese di mio padre. È là ch'io vivo, come sempre vorrei viverci". In quel mondo agreste trascorse gli anni della formazione e della prima maturità facendo il cacciatore, e fu lì, tra "le modeste fronde dei pioppi e le spocchiose frasche dell'alloro", tra capre, libellule, chiocciole e rospi, che scoprì e descrisse con occhio da chimico e cuore d'artista il pullulio nascosto e brulicante che scavava, calpestava e sorvolava quelle terre. Renard offrì il suo servizio alla scienza con una prosa "agile e fresca come l'aria" (così la definì Tristan Bernard), levigata, in realtà, a fronte di penose fatiche e con la meticolosità dell'alchimista. "Del suo stile" scrisse il suo biografo Maurice Mignon "si può dire quel ch'egli dice di una sua protagonista, Ragotte: È così naturale che a tutta prima ha l'aria di essere un po' sempliciotta; bisogna guardarla a lungo per vederla". In una vera e propria "caccia alle immagini", ecco plasmarsi nella fulminea subitaneità di un dettaglio il gloglottio delle tacchine, i modi "da carabiniere" della cavalletta, il berretto frigio, il gozzo in fuori e il becco infaticabile delle galline, tra angolature essenziali di poche parole, istantanee fuggevoli e perfette che hanno reso questo libro un piccolo capolavoro al crocevia tra scienza e poesia.
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Anno edizione:2013
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NamastePoesia 03 settembre 2023Lettura consigliata
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