Alcuni nomi? Sylvia Plath, Mark Rothko, Marina Cvetaeva, Henry de Montherlant, Sarah Kane, Alfred Jarry, Raymond Roussel, Anne Sexton. E poi tutti gli altri...
Il suicidio è generalmente considerato l’esito di una sofferenza, di una incapacità, di una delusione – un atto debole e negativo. Ma in un caso il suicidio può assumere il senso di qualcosa di compiuto: quando ad attuarlo è un artista, un letterato, un poeta. Allora sembra adeguatamente concludere un’esistenza, e renderla compiuta.
Il libro narra quindici storie di altrettanti artisti – uomini e donne – che hanno scelto il suicidio come suggello della loro esistenza. Ogni episodio è trattato con taglio spregiudicato, e calato nella “letterarietà” di ciascuna vicenda umana.
Quindici storie di artisti suicidi – uomini e donne – che hanno creduto in quello che hanno fatto e che hanno voluto chiudere in bellezza. Quindici storie da cui emerge l’incanto del suicidio, capace di rendere significativa una vita, di farne eloquente esempio di altezza. Suicidi magnifici, immodesti e sempre ben firmati: veri e propri “suicidi d’autore”.
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Edizione:2
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Anno edizione:2019
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