La televisione secondo Aristotele
Aristotele non guardava la televisione. Ma una delle sue opere piú affascinanti, la Poetica, aiuta a comprendere come funziona la neotelevisione: i meccanismi narrativi, le regole della creatività, le strutture del racconto, i motivi delle storie, il disegno dei personaggi, le emozioni da suscitare. La televisione sta diventando la generatrice di un cosmo chiuso, abbastanza coerente in se stesso, autoreferenziato, non particolarmente bello ma dotato di un'energia di presenza tale da imporsi come unica realtà. In una cinquantina d'anni, la tv ha esplorato il mondo esterno e oggi sembra poterne fare a meno: ri-cicla quello che ha già accumulato re-inventando, ri-organizzando, ri-formando, ri-producendo, re-plicando.
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Anno edizione:2002
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