1989, una ragazzina di 15 anni in vacanza in Corsica con la sua famiglia. 2016, una donna in vacanza in Corsica con la sua famiglia. 1989, a seguito di un terribile incidente, la ragazzina vede morire sotto i suoi occhi tutta la sua famiglia. Lei, l'unica sopravvissuta. 2016, la donna cerca di fare chiarezza sull'incidente. 1989 e 2016.In entrambi i casi la ragazzina/donna è Clotilde, tornata per la prima volta sulla scena dell'incidente dopo ben ventisette anni. Ed è in quest'occasione che inizia a ricevere misteriose lettere scritte con una calligrafia che sembra appartenere a sua madre, quella stessa madre che lei ha visto morire nel 1989. Ma non dimentichiamoci che l'autore del libro è Bussi! E qui sta il fulcro di tutto. I capitoli alternano le vicende del passato con quelle del presente attraverso un colpo di stile: le vicende del 1989 sono in realtà raccontate da Clotilde in prima persona dalle pagine del suo diario, il diario di una quindicenne che analizza tutto ciò che le accade intorno con rara lucidità. Neanche a dirlo, anche qui la tipica "ansia bussiana" di arrivare di corsa alla fine vi lascerà senza fiato. Bussi gioca con noi facendoci sospettare di un personaggio, per poi spiazzarci escludendolo dalla rosa dei possibili colpevoli. E quindi, via a puntare su un altro potenziale "cattivo". Che, neanche a dirlo, non sarà quello giusto. Perchè tanto con Bussi è così: ogni volta che siamo convinti di avvicinarci alla verità, non potremmo esserne più lontani!
