Ricerca interessante su questo disastro di cui non si sente mai parlare
La tragedia della diga del Gleno. 1° dicembre 1923. Indagine su un disastro dimenticato
Una strage, un’inchiesta chiusa frettolosamente, nessun colpevole. E 359 morti che non hanno mai avuto giustizia. Il crollo della diga del Gleno che il 1° dicembre 1923 ha travolto la Valle di Scalve, nella bergamasca, è la prima strage italiana in cui giustizia e verità vengono sacrificate alla ragion di Stato, più precisamente dello Stato fascista che non può ammettere che azioni di gruppi terroristici minaccino la sicurezza. Meglio quindi puntare il dito sui materiali, sul costruttore, sul progettista e poi assolvere tutti. Perché i giudici del tribunale di Bergamo non hanno dato peso alla perizia balistica, o alla deposizione di un detenuto che parlò di una bomba, o alla denuncia di furto di 75 chili di dinamite? A quasi un secolo di distanza un avvocato penalista riapre il caso, in cerca di verità. Perché giustizia e verità non cadono in prescrizione.
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Baby 30 dicembre 2024Un disastro dimenticato
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Blytz 28 dicembre 2024Interessante
Non conoscevo i fatti descritti, approfondirò.
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Un testo che racconta, documenti alla mano, un'altra possibile verità sulla tragedia del crollo della Diga del Gleno, avvenuta alla fine del 1923 e comunemente attribuita ad un difetto di progettazione del manufatto e alla scarsa qualità dei materiali impiegati nella costruzione. L'avvocato Bonomo che ne è l'autore espone una tesi legata ad alcuni gruppi anarchici che, volendo sabotare un condotto di scarico della diga per impedirne il completo riempimento, non fanno i conti con una debolezza intrinseca di parte della fondazione del coronamento della diga. L'esplosione, causata da pochi kilogrammi di dinamite, mina tuttavia alla base la struttura di contenimento e la pressione dell'acqua già invasata completa l'opera, aprendo l'invaso e riversando nella valle sottostante una gigantesca ondata di acqua e fango che trascina tutto causando oltre 300 morti. Il testo è di facile lettura ma pecca talvolta di qualche ingenuità, (ripetizioni, frasi che ricordano 'luoghi comuni', ingenerano nel lettore una strana sensazione di incompletezza). Interessante il repertorio di prove documentali a corredo. Voto 3/5
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