Ambientato alla fine del 1199, durante le celebrazioni per la festa di San Nicola, il romanzo segue le vicende di Kaspar Trevi, cavaliere dell’Ordine dei Templari esperto in occultismo e demonologia, incaricato dal reggente del Regno di Sicilia di rintracciare Filomena Monforte, scomparsa misteriosamente. Filomena, dama della regina Costanza di Altavilla, è accusata di stregoneria e di aver indotto al suicidio il consigliere della sovrana. In un frenetico susseguirsi di eventi alla caccia di un male oscuro, l’autore dipinge un Medioevo intriso di barbarie, superstizione, eresia e stregoneria, conducendo il protagonista tra Bari, Roma e Venezia. Kaspar, diviso tra la sua fede e il dubbio, si troverà ad affrontare un dilemma morale e una sfida investigativa che lo porteranno a mettere in discussione le sue certezze e a scontrarsi con le tenebre del suo tempo. Ho apprezzato la scelta di un linguaggio semplice e scorrevole, che rende la lettura piacevole e accessibile anche a chi non è solito leggere romanzi storici. L’autore delinea abilmente i personaggi, approfondendo le loro personalità e caratteristiche con sfumature e dettagli. Oltre a una trama avvincente, il romanzo apre una finestra affascinante sulla società medievale, con le sue contraddizioni e i suoi lati oscuri. È un’occasione per immergersi in un periodo storico ricco di fascino e mistero, dove il confine tra bene e male è spesso sottile e sfuggente, nonchè intriso di segreti e retroscena. Proprio in merito a questo punto, non posso che ribadire come io abbia ammirato la puntuale ricostruzione dell’ambientazione basso medievale e l’intrigante miscela di richiami magici e tradizioni popolari. Ancora una volta, Matteo Strukul ha saputo affascinarmi, confermandosi uno dei miei autori preferiti.
