Un libro sula morte e sulla perdita, sul rapporto padre-figlio, ma non solo. l'uomo dei boschi fa lunghe divagazioni sulla natura, sul personaggio padre, sulle sue paure, le sue passioni, i suoi luoghi, i suoi amori. I boschi del Jura sono lo sfondo dove viene dato l'ultimo addio al padre da parte dell'autore. Una storia raccontata forse in modo troppo asettico, necessitava di più coinvolgimento introspettivo, invece ci si sofferma sugli eventi quasi con occhio estraneo, da narratore esterno puro e semplice. Pierric Bailly è molto scrittore e poco figlio in questo suo libro, ma nonostante ciò traspere la malinconia e il suo dolore in diversi passi, specie nell'ultimo abbandono, quando sparge le ceneri nel fiume. Un bel libro, non un romanzo, in cui la verità la fa da padrona.
L'uomo dei boschi
"Mi capita di pensare a questa storia come a una specie di giallo, un poliziesco senza altro colpevole che la natura, la campagna, i boschi del Jura. Ma cerco soprattutto di crederci. cerco di accettare che sia veramente successo, che non ho sognato quella settimana folle e drammatica, che malgrado il tenore romanzesco degli eventi, questi non appartengono al campo della finzione letteraria, ma proprio a quello della realtà."
«L'uomo dei boschi rientra in quella narrativa di verità e di potenza sempre più rara. È una storia esistita di un padre e di un figlio. Ma è anche una rincorsa narrativa e sentimentale che non dà tregua al lettore. Carrère? Anche. Ma anche l'emozione di un legame familiare oltre l'intimità.» - Marco Missiroli
Un romanzo sulla morte. Uno dei più lucidi e indimenticabili romanzi sulla morte. Su chi resta, dopo la morte. Su cosa resta, dopo la morte. Su come si può convivere con l'idea della morte. Un romanzo su un figlio e su un padre, sui loro silenzi e il loro muto e incontenibile amore. E anche un romanzo sulla natura, sull'umidità, sulle rocce, il muschio, le felci, gli alberi, i camosci, l'acqua che a volte è violenta e può uccidere, gli insetti e le larve che divorano i cadaveri da dentro, trasformandoli in terra di nuovo. Un romanzo sul cadere e sulla voglia e il bisogno di ripartire. Un romanzo che è anche un'evocazione della montagna e della lentezza contro la veloce spietatezza del nostro tempo che ci allontana gli uni dagli altri. E ancora la storia di un tentativo di emancipazione, di un destino modesto, eppure anche integro e singolarissimo. Il ritratto di una generazione che sceglieva Leo Ferré per accompagnare un funerale, nella quale trovavano posto e dignità le persone pronte a lottare per la giustizia e l'eguaglianza, anche tra chi viveva a contatto ogni giorno con la terra e la sua cieca ferocia. L'uomo dei boschi è un libro che rimarrà a lungo nella testa e nel cuore di chi lo ha letto.
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Anno edizione:2018
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