Credevo di aver comprato un volumetto "semplicemente" divertente. Mi sono ritrovata tra le mani un capolavoro. Christopher Wilson (che per il resto potremmo anche chiederci chi è, almeno qui in Italia) ci regala 150 pagine di humor grottesco che si fa via via sempre più graffiante e violento, fino alla schiaffo finale che ci indigna e ci commuove allo stesso tempo. La piccola isola di Iffe è la perfetta rappresentazione in scala dell'umanità civile, evoluta, timorata di Dio, che si scontra con la bestia nella sua accezione più "naturale", una piccola scimmia (non a caso l'animale più vicino all'uomo per fattezze e atteggiamenti). La bestia, la tenebra, la vergogna dell'istinto versus l'uomo, la creatura prediletta del creato, la luce, il signore posto da Dio sul mondo. Ma quello che ne consegue non illustra esattamente la superiorità, in termini morali, della nostra tanto decantata civiltà, mette in luce semmai quanto la bestia uomo più spesso scelga il male volontariamente e stupidamente, e poi lo ammanti di parole senza senso, di ributtante, mediocre e ipocrita filosofia e schiacci infine tutto nel suo violento senso di superiorità. Come forse avrete già letto altrove, in questo romanzo c'è tanto Swift e tanto Kafka. Ma c'è anche un senso di rifiuto per le ingiustizie e per l'ipocrisia dei "sepolcri imbiancati" che è estremamente contemporaneo. L'isola di Iffe è con noi ogni giorno. Grazie Wilson per avercelo ricordato.
Il vangelo della scimmia
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Diciottesimo secolo. Un'isoletta al largo dell'Inghilterra, avvolta dalle brume del nord, così remota che nessuno straniero vi approda da generazioni. Una nave da guerra dove i marinai tengono una scimmia come portafortuna, libera come uno spiritello e vezzeggiata da tutti. Quando una violenta tempesta fa naufragare la nave, la scimmia approda fortunosamente sulle rive dell'isola. Qui gli abitanti hanno ormai cristallizzato le classi, i costumi e le leggi, forti di una ferrea quanto originale interpretazione delle Scritture. Per loro la scimmia è uno straniero, che storpia il linguaggio facendo rotolare le parole come sassi, con suoni indecifrabili. La scimmia diventa il perno delle aspettative dell'intera comunità. Il mercante Hogg si affanna a organizzare il matrimonio dello straniero con sua figlia, Vera la pazza vuole farlo diventare l'amante delle sue notti solitarie. Ma i grugniti incomprensibili dello straniero, le sue pose oscene, il suo ciondolare dagli alberi anziché camminare sulla terra, e tutti i suoi comportamenti promettono peccati tanto orribili da precipitare ogni sicurezza nel caos. Il diverso deve essere sacrificato, perché in una società così autoreferenziale è importante che nulla possa cambiare. Christopher Wilson è il genere di scrittore in grado di fare satira radicale, profonda, divertente. Ne "Il vangelo della scimmia" si respira l'aria dei viaggi di Gulliver e, insieme all'ironia, il lascito di Kafka.
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Collana:
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Anno edizione:2011
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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SIMONA BONANNI 19 dicembre 2011
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