In un’atmosfera tra realtà e mitologia, con una piccola incursione nei luoghi in cui è nato il mito di Dracula, si svolgono le indagini a Bologna per alcuni omicidi inspiegabili. Ma quei delitti apparentemente senza spiegazione trovano la loro risoluzione e il loro colpevole senza tralasciare una buona dose d’incredulità nel lettore. Mingardi ci offre una narrazione a tratti un po’ ostica ma che tiene incollato il lettore alle pagine per scoprire, insieme agli investigatori, il colpevole e le sue motivazioni. Durante le indagini ci sono dei momenti in cui si apre un faro sulla vita privata del commissario Bernardone. Queste parti, a mio parere, sono state sfruttate male. Poca roba per cercare di capire la psicologia e il modo di essere del commissario. Avrei preferito che queste parti fossero meglio spiegate e ampliate, così come avrei voluto sapere di più sulla psicologia degli altri appartenenti al team delle indagini. Inoltre il finale fa perdere un po’ il contatto con la realtà che, a mio parere, è fondamentale per questo tipo di romanzo. Nonostante questo il romanzo è una lettura piacevole che fa passare qualche ora in relax assoluto.
I portici del centro di Bologna sono spesso tap¬pezzati di ubriachi, all'alba. Ma questo tizio seduto contro una colonna non è ubriaco, è morto. Fine della serata «calda» al jazz club per l'ispettore Bernardone e fine della tranquillità per la prorompen¬te anatomopatologa Bergamini, perché le cattive notizie non sono finite: il defunto ha due forellini sul collo e niente sangue nelle vene. Per animare l'estate ci mancava solo la psicosi del vampiro... la città ci casca in pieno, quando pochi giorni dopo viene trovata una seconda vittima nelle identiche condizioni. Gli incidenti fatali cominciano a susseguirsi, l'indagine si intorbida, e le magliette aderenti della Bergamini non aiutano Bernardone a concentrarsi. Per fortuna ha una certa esperienza di serial killer e poca pazienza con il sovrannatu¬rale: il Killer Vampiro secondo lui è solo una sensazionale montatura. Ma cosa si cela allora dietro la strana tecnica dell'assassino? E qual è la verità che Bobo Klein è convinto di dover andare a cercare fino in Transilvania? Una Bologna bella e inquietante, un insuperabile team di poliziotti burberi, una giovane e troppo incantevole cameriera di night, un mercante d'ar¬te equivoco, una banda di «vampiri» per modo di dire e - forse - un vampiro vero... Sono gli ingredienti perfetti di un'avventura dai molti colpi di scena, condita di trascinante umorismo. E servita, inutile dirlo, al sangue.
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Anno edizione:2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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DANIELA DI PIERRO 11 marzo 2017
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Annarita Giardino 11 marzo 2017
In un’atmosfera tra realtà e mitologia, con una piccola incursione nei luoghi in cui è nato il mito di Dracula, si svolgono le indagini a Bologna per alcuni omicidi inspiegabili. Ma quei delitti apparentemente senza spiegazione trovano la loro risoluzione e il loro colpevole senza tralasciare una buona dose d’incredulità nel lettore. Mingardi ci offre una narrazione a tratti un po’ ostica ma che tiene incollato il lettore alle pagine per scoprire, insieme agli investigatori, il colpevole e le sue motivazioni. Durante le indagini ci sono dei momenti in cui si apre un faro sulla vita privata del commissario Bernardone. Queste parti, a mio parere, sono state sfruttate male. Poca roba per cercare di capire la psicologia e il modo di essere del commissario. Avrei preferito che queste parti fossero meglio spiegate e ampliate, così come avrei voluto sapere di più sulla psicologia degli altri appartenenti al team delle indagini. Inoltre il finale fa perdere un po’ il contatto con la realtà che, a mio parere, è fondamentale per questo tipo di romanzo. Nonostante questo il romanzo è una lettura piacevole che fa passare qualche ora in relax assoluto.
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