Vernon God Little

Non mi sarei mai aspettata di trovare in un libro dal titolo così ordinario, una sinossi tutto sommato sterile e un autore non molto rinomato, una piccola perla di denuncia sociale e di rivalsa del debole sui "forti". Il debole in questione è Vernon, un sedicenne che fa fatica ad inserirsi nel tessuto sociale della sua scuola e del territorio in cui vive, accusato ingiustamente di aver collaborato ad una strage nel suo istituto. Il forte è il gregge degli adulti, che lo addita da subito come colpevole senza cercare vere prove e che lo vuole usare come capro espiatorio per chiudere nel breve tempo una inchiesta scomoda. Il libro è una denuncia del sistema di giustizia americano che non funziona in maniera del tutto corretta, ma che, ogni tanto, grazie alla arguzia di certe persone, riesce comunque a fare il suo corso.

Vernon Little ha sedici anni, seri problemi di socializzazione, una madre estremamente apprensiva e troppo concentrata sull'apparire (e sul giudizio che le sue amiche/rivali hanno di lei. Il suo migliore amico commette una strage nella loro scuola e poi si suicida. Fin qui la storia è tragica, ma il peggio arriva nel momento in cui l'unico sospettato della strage è proprio Vernon, che è rimasto illeso durante la sparatoria e viene additato come collaboratore del suicidaIl pdv è quello del ragazzino che in breve tempo diventa agli occhi di tutti un mostro e decide, quindi, di darsi alla fuga. Libro-denuncia della società americana e in particolare del Texas, "Vernom God Little" è un romanzo di formazione da non mancare.