attraverso la sapiente forma di racconti, apparentemente slegati, ma che si ritrovano alla fine tutti uniti nelle iniziali parole di una zingara, Licalzi avidenzia le possibilità che la vita ci offre e che ci sfuggono via come un soffio e quelle che invece non sappiamo nemmeno cogliere e vedere. la vita ci scivola tra le mani spesse volte senza che ci possiamo fermare e capire se era davvero la vita che volevamo....
"Era questa la vita che volevi?" Alzi la mano chi può rispondere di sì. Chi non ha mai rimpianto un'occasione mancata o una decisione che non ha preso. E non ha mai fantasticato un'altra vita; la vita che, forse, voleva davvero. È quel che succede ai personaggi di questo libro lieve e imprevedibile: Laura che credeva di aver fatto pace con gli uomini e non sa che la guerra è appena cominciata; Maddalena che ha sbagliato incrocio e ha perso la sua unica chance; Lorenzo che, grazie a uno sguardo, finalmente apre gli occhi; Patrizia e Carla, casalinga l'una, donna in carriera l'altra, che fanno i conti con la stessa "assenza di fondo", mentre i mariti giocano a un tavolo di poker il loro "ultimo giro". Uomini e donne che si guardano indietro, o allo specchio, e scoprono, con sorpresa, curiosità o spavento, che come dice Lorenzo: "lo di vite ne avrei potute fare almeno cinque o sei". Perché le vie del destino sono infinite, e se è vero che Dio ha inserito nelle nostre esistenze la variabile "caso" per movimentare un po' la situazione, è anche vero che a volte del caso nemmeno ci accorgiamo, perché fa capolino nelle cose più piccole: una sveglia che non suona, un numero di telefono sbagliato, un caffè preso in un bar diverso dal solito. Ma non c'è motivo di disperare: forse, sembra suggerire Licalzi con il tono scanzonato di sempre, tutte le vite che avremmo voluto le stiamo vivendo, proprio ora, in altri universi, in cui altri noi sono alle prese con altre storie.
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Anno edizione:2009
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ISABELLA MIAVALDI 14 dicembre 2010
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GIULIA RAVAZZINI 23 marzo 2010
E' il primo libro di Licalzi che leggo ma penso che leggerò anche gli altri. Mi è piaciuto molto!! A volte ironico, a volte più serio, altre volte drammatico (ma sempre con ironia) questo libro fa davvero pensare!
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